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Inverno difficile

Con l’approssimarsi del generale inverno, l’International Energy Agency (Iea) ha rilasciato un report sulle condizioni del sistema energetico ucraino. Il piano d’azione riassunto in 10 punti

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Inverno difficile

Con l’approssimarsi del generale inverno, l’International Energy Agency (Iea) ha rilasciato un report sulle condizioni del sistema energetico ucraino. Il piano d’azione riassunto in 10 punti

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Inverno difficile

Con l’approssimarsi del generale inverno, l’International Energy Agency (Iea) ha rilasciato un report sulle condizioni del sistema energetico ucraino. Il piano d’azione riassunto in 10 punti

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Con l’approssimarsi del generale inverno, l’International Energy Agency (Iea) ha rilasciato un report sulle condizioni del sistema energetico ucraino. Il piano d’azione riassunto in 10 punti

L’Ucraina s’appresta ad affrontare un inverno difficile. Il terzo dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala del Paese e il primo in cui potrà contare praticamente solo sulle proprie centrali nucleari. L’80% di quelle termiche e metà di quelle idriche sono infatti ridotte in cenere a causa dei continui attacchi da parte delle Forze armate russe contro quelli e altri obiettivi civili. Dopo aver monitorato la situazione a stretto contatto con le autorità e le infrastrutture ucraine per oltre trenta mesi, l’International Energy Agency (Iea) ha rilasciato nelle scorse ore un report dettagliato sulle condizioni del sistema energetico ucraino proprio in relazione all’imminente approssimarsi del generale inverno. Tenendo conto del fatto che, a causa del conflitto tuttora in corso, molte informazioni in materia energetica sono limitate e confidenziali, basandosi esclusivamente su quelle di pubblico dominio i tecnici Iea hanno anzitutto confermato quanto riportato nel rapporto dell’Ohchr di cui ho scritto ieri e cioè che l’estate appena trascorsa ha visto un particolare picco della recrudescenza degli attacchi russi con un apice del terrore vissuto nel mese d’agosto, quando oltre duecento missili e droni di vario tipo hanno colpito gl’impianti ucraini in un solo giorno.

Ciò ha comportato un ammanco energetico d’oltre 2 gigaWatt sul totale richiesto in quel periodo, con progressive limitazioni che in proiezione potrebbero portare a deficit ancor più severi di quelli già sperimentati dal Paese nei due inverni precedenti. Gli esperti Iea stimano infatti in 18,5 GW la richiesta nel periodo più freddo dell’anno, prevedendo carenze anche oltre i 6 GW (cioè quanto consumano nell’arco dell’intera stagione invernale Paesi come la Danimarca), nonostante le importazioni dal sistema energetico europeo siano quasi pari a 1,7 GW. Regioni come quella di Kharkiv sono attualmente sprovviste d’impianti propri, mentre l’allungarsi d’una linea di fronte che ora sfiora i 3.700 km ha visto quelli d’altre oblast’ (come Chernihiv, Sumy, Donetsk, Zaporizhzhia, Kherson e Mykolaiv) danneggiati gravemente. Sebbene la produzione interna di gas naturale potrebbe bastare a sopperire tali ammanchi, eventuali ulteriori richieste dovute a gelate e condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli potrebbero rendere necessario uno scambio continuo con l’Unione Europea anche d’idrocarburi (i contratti con le aziende russe non sono infatti stati rinnovati). A tal proposito, i tecnici Iea hanno proposto un piano d’azione riassumibile in dieci punti:

1. Rinforzare il sistema di sicurezza ucraino – sia fisicamente che contro le minacce cibernetiche – in modo da scongiurare eventuali (e probabili) nuovi attacchi ai nodi cruciali e alle sottostazioni degl’impianti nucleari;

2. Velocizzare la consegna d’equipaggiamento sostitutivo e del materiale inviato all’estero per riparazione. Trasformatori, generatori e parti di ricambio sono oggi più essenziali che mai e ogni ritardo può avere conseguenze drammatiche;

3. Continuare nel processo di decentralizzazione già avviato dagl’ingegneri ucraini, per impedire ai russi di mettere a segno colpi devastanti contro obiettivi di grandi dimensioni. I tecnici ucraini hanno già compiuto passi da gigante in tal senso, collocando sottoterra generatori diesel e accumulatori, in luoghi distanti fra loro impianti fotovoltaici ed eolici e continuando a schermare le infrastrutture di nuova costruzione con gusci protettivi a prova di drone;

4. Espandere la capacità di trasmissione dell’energia dal circuito europeo, già sincronizzato dal 2022 con quello ucraino;

5. Sensibilizzare i consumatori verso il risparmio energetico e promuoverne l’efficienza con investimenti e incentivi;

6. Preparare opzioni alternative di backup che includano idrocarburi facilmente trasportabili come il gas di petrolio liquefatto(Lpg) ma anche riscaldatori a legna e carbone, soprattutto nelle zone rurali;

7. Incrementare le scorte di gas naturale ucraino come già fatto oculatamente lo scorso anno, quando bastarono per sostentare l’intero Paese per tutto il periodo invernale;

8. Rinforzare le capacità d’importazione di gas anche dai partner europei, per esempio rendendo operativa la linea transbalcanica anche in senso inverso e a tariffe vantaggiose;

9. Coordinare alcune strategie e investimenti in materia energetica e difensiva con la vicina Moldavia, che più volte s’è trovata destabilizzata dagli attacchi russi pur non essendo direttamente colpita;

10. Preparare il terreno a un sistema energetico moderno, resiliente e sostenibile, perfettamente integrato con quello europeo, in previsione dell’ingresso dell’Ucraina nell’Ue.

Come ho avuto modo di ricordare alla platea italiana che mi ha accolto calorosamente ieri a Trento nel corso d’una conferenza promossa da “EUcraina” e incentrata anche su questo tema, è inoltre necessario continuare a dare un’informazione corretta anche in questo senso, contrastando con notizie vere e dal campo l’enorme palla di pelo di bugie diffuse dai russi con campagne a tutto campo (tristemente celebre è il video di un’Europa al freddo diffuso in maniera virale da Gazprom).

Di Giorgio Provinciali

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