Israele accusa dei dipendenti dell’Unrwa per il pogrom del 7 ottobre
Israele accusa dei dipendenti dell’Unrwa per il pogrom del 7 ottobre
Israele accusa dei dipendenti dell’Unrwa per il pogrom del 7 ottobre
Le accuse di Israele sulla partecipazione al pogrom del 7 ottobre di dipendenti dell’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi) sono dettagliate. E sono pesanti. Secondo un rapporto fornito al governo Usa e riportato da “The New York Times”, un consulente scolastico dell’Unrwa di Khan Younis – nel Sud di Gaza – è «accusato di aver collaborato con suo figlio per rapire una donna da Israele. Un assistente sociale di Nuseirat, nel centro di Gaza, avrebbe contribuito a trasportare il corpo di un soldato israeliano morto a Gaza, nonché distribuito munizioni e coordinato i veicoli il giorno dell’attacco». Un terzo dipendente è stato descritto come «partecipante al massacro del kibbutz in cui morirono 97 persone». Il documento contiene nomi, dettagli e posizioni di 12 lavoratori dell’Unrwa che sono stati licenziati, di cui 10 erano membri di Hamas e uno della Jihad islamica palestinese.
L’intelligence israeliana si è basata sul tracciamento dei telefoni di sei persone, sul monitoraggio delle telefonate di altri che avrebbero discusso del loro coinvolgimento nell’attacco e sulla lettura dei messaggi di testo ricevuti da tre individui in cui veniva loro ordinato di presentarsi in punti di riunione prima dell’assalto, portando lanciarazzi conservati in casa. Stando ancora al rapporto, sette degli accusati erano insegnanti nelle scuole dell’Unrwa, altri due lavoravano nelle scuole con posizioni diverse e c’erano poi un impiegato, un assistente sociale e un magazziniere. Gli Stati Uniti non hanno potuto verificare i dettagli o le identità degli accusati, ma ritengono le accuse credibili e sufficientemente preoccupanti da ordinare la cessazione dei finanziamenti. È una decisione che hanno preso molti Paesi, compresa l’Italia. Secondo quanto ha riferito domenica scorsa la tv israeliana “Channel 13”, due degli ostaggi israeliani liberati da Gaza avevano testimoniato su operatori dell’Unrwa che li tenevano prigionieri separatamente, a volte nelle loro case. Un ostaggio ha dichiarato che la figlia del rapitore aveva detto loro di essere un professore dell’agenzia delle Nazioni Unite, che erano stati nutriti con snack etichettati e distribuiti dall’Unrwa e che erano stati trasferiti da un luogo all’altro attraverso le strutture della stessa agenzia per evitare di essere scoperti mentre le truppe israeliane chiudevano l’assedio.
Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in seguito all’emergenza della guerra arabo-israeliana del 1948, la United Nations Relief and Works Agency non fu conglobata nel successivo Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) costituito il 14 dicembre 1950, come sarebbe stato logico. A parte il fatto di stabilire una sorta di ‘privilegio’ che permette ai palestinesi (a differenza di altri rifugiati) di trasmettersi lo statusdi padre in figlio, già il fatto che vi siano 30mila dipendenti per 5,6 milioni di assistiti dell’Unrwa (contro i 17mila dell’Acnur per i 70,8 milioni di assistititi) dà una idea del tipo di problemi. Ovviamente le responsabilità sono individuali, 12 persone su 30mila sarebbero comunque una goccia nel mare. Sempre che non siano soltanto la punta di un iceberg.
di Maurizio StefaniniLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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