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Italia, Ue ed Usa lavorano per la liberazione di Cecilia Sala

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A ventiquattro ore dalla notizia dell’arresto di Cecilia Sala arrivano le prese di posizione della Presidenza del Consiglio, di Bruxelles e di Washington

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Italia, Ue ed Usa lavorano per la liberazione di Cecilia Sala

A ventiquattro ore dalla notizia dell’arresto di Cecilia Sala arrivano le prese di posizione della Presidenza del Consiglio, di Bruxelles e di Washington

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Italia, Ue ed Usa lavorano per la liberazione di Cecilia Sala

A ventiquattro ore dalla notizia dell’arresto di Cecilia Sala arrivano le prese di posizione della Presidenza del Consiglio, di Bruxelles e di Washington

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Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla notizia dell’arresto di Cecilia Sala in Iran (avvenuto lo scorso 19 dicembre). Dopo le prime reazioni da parte della politica e dei colleghi, la vicenda inizia a essere più delineata. Ma è ancora troppo presto per offrire un quadro definito. Col sorgere delle prime congetture sui motivi dietro l’arresto – spesso inutili, il cui unico contributo è confondere il pubblico sul caso – resta il fatto che l’unica cosa importante, adesso, è assicurarsi che la detenzione di Cecilia Sala non duri oltre.

Dopo le parole del ministro degli Esteri Tajani, che ha rassicurato l’opinione pubblica sulle condizioni attuali di Sala, arriva la nota ufficiale di Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni «segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il Ministro degli Esteri e il Sottosegretario Alfredo Mantovano. Al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana. D’accordo con i suoi genitori, perseguiamo tale obiettivo attivando tutte le possibili interlocuzioni. E con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani».

Cautela che, nonostante alcune eccezioni, i giornali stanno rispettando. Sul piano internazionale, la vicenda ha avuto un’eco enorme. Non solo le principali testate straniere hanno immediatamente riportato la notizia, ma anche l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno affrontato l’arresto illegale della giornalista. La Commissione ha fatto sapere di “seguire da vicino” gli sviluppi, considerando particolarmente “sensibile” la questione visti i rapporti con il regime di Teheran. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha invece affermato: «Siamo a conoscenza» dell’arresto e «chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti in Iran senza giusta causa. I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti». Nel frattempo, il regime iraniano continua a tacere sulla vicenda.

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