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Così Johnson prova a rilanciare la Brexit dopo la batosta elettorale

La vittoria dei repubblicani in Irlanda del Nord aggiunge nuovi e diversi interrogativi sul futuro del Regno Unito (e dei rapporti con l’UE) dopo la Brexit. Mentre Boris Johnson prova a conferirne un nuovo appeal.

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Così Johnson prova a rilanciare la Brexit dopo la batosta elettorale

La vittoria dei repubblicani in Irlanda del Nord aggiunge nuovi e diversi interrogativi sul futuro del Regno Unito (e dei rapporti con l’UE) dopo la Brexit. Mentre Boris Johnson prova a conferirne un nuovo appeal.

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Così Johnson prova a rilanciare la Brexit dopo la batosta elettorale

La vittoria dei repubblicani in Irlanda del Nord aggiunge nuovi e diversi interrogativi sul futuro del Regno Unito (e dei rapporti con l’UE) dopo la Brexit. Mentre Boris Johnson prova a conferirne un nuovo appeal.

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La vittoria dei repubblicani in Irlanda del Nord aggiunge nuovi e diversi interrogativi sul futuro del Regno Unito (e dei rapporti con l’UE) dopo la Brexit. Mentre Boris Johnson prova a conferirne un nuovo appeal.

Un Regno (dis)Unito savanza. Nessun cambiamento copernicano in politica è mai neutro, ne sanno qualcosa gli inglesi dopo la Brexit. Del resto i rischi di un voto che rompesse gli equilibri consolidati – costruiti negli anni con lUnione europea – erano stati sviscerati tutti, a cominciare dal più insidioso: che il Regno Unito andasse in crisi.

Lesito del voto della scorsa settimana in Irlanda del Nord (che del Regno Unito fa parte assieme a Inghilterra, Galles e Scozia) ne è un segnale inequivocabile: a Belfast e dintorni, infatti, per le elezioni del Parlamento locale hanno vinto i repubblicani del Sinn Fein (“Noi stessi”, in gaelico) sorpassando gli unionisti.

Ora quelli che storicamente son considerati gli eredi dell’Ira puntano alla guida del governo nordirlandese ma soprattutto si apre per Londra una grana politica enorme. Talmente spinosa che, secondo una anticipazione del giornale britannico “The Daily Telegraph”, il Regno Unito si starebbe preparando ad annullare unilateralmente il protocollo sull’Irlanda del Nord inserito nell’accordo post Brexit per evitare che la crisi politica nella nazione ‘devoluta’ britannica si possa trascinare all’infinito. Ad affermarlo, secondo larticolo del quotidiano, sarebbero state alcune fonti governative dopo la vittoria del partito nazionalista repubblicano.

Il punto è centrale per quanto riguarda i rapporti commerciali del Regno Unito con lUnione europea. Dopo la Brexit i negoziati con quest’ultima sono infatti quasi a un punto morto e Bruxelles ha più volte sottolineato come spetti a Londra fare un primo passo. Intanto, per quanto riguarda il commercio, si registrano un paio didati interessanti: nonostante la Brexit, le esportazioni italiane di ortofrutta e di parmigiano verso la Gran Bretagna sono cresciute di oltre il 7% nell’ultimo anno ed è stato registrato un aumento anche sul fronte dell’immigrazione oltre Manica, con la differenza (rispetto al passato) che è cresciuto il livello di scolarizzazione e di formazione dei migranti.

In questo scenario il premier Boris Johnson, che ha recentemente perso le elezioni amministrative, tenterà di rilanciare quella che è stata ribattezzata la brexit bonanza”. Da un punto di vista politico e pure comunicativo, si tratta di ridare appeal alla Brexit dopo la batosta elettorale presa dai Conservatori. Johnson dovrebbe avanzare le sue proposte già oggi (e comunque entro questa settimana), puntando sulle «libertà del Regno Unito» in settori che vanno dal taglio della burocrazia alla protezione degli animali, passando per i servizi finanziari.

«Sono orgoglioso – ha detto Johnson – che il mio governo stia sfruttando l’immensa opportunità che le nostre ritrovate libertà offrono». Il problema per lui (e per il Regno Unito) è vedere se lo saranno anche i britannici.

  di Massimiliano Lenzi

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