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Alina Kabaeva rompe il silenzio

Riappare la “zarina” Kabaeva con un discorso grottesco. Giallo sulla fede al dito.

“Ogni famiglia ha una sua storia di guerra”: Alina Kabaeva, presunta amante di Vladimir Putin e parlamentare russa, rompe il silenzio in cui si era rifugiata dall’inizio della guerra in Ucraina.
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Riappare la “zarina” Kabaeva con un discorso grottesco. Giallo sulla fede al dito.

“Ogni famiglia ha una sua storia di guerra”: Alina Kabaeva, presunta amante di Vladimir Putin e parlamentare russa, rompe il silenzio in cui si era rifugiata dall’inizio della guerra in Ucraina.
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Riappare la “zarina” Kabaeva con un discorso grottesco. Giallo sulla fede al dito.

“Ogni famiglia ha una sua storia di guerra”: Alina Kabaeva, presunta amante di Vladimir Putin e parlamentare russa, rompe il silenzio in cui si era rifugiata dall’inizio della guerra in Ucraina.
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“Ogni famiglia ha una sua storia di guerra”: Alina Kabaeva, presunta amante di Vladimir Putin e parlamentare russa, rompe il silenzio in cui si era rifugiata dall’inizio della guerra in Ucraina.
L’ex campionessa olimpica di ginnastica ritmica ha parlato in pubblico al Festival di Ginnastica ‘Alina’ che si tiene ogni anno a Mosca in suo onore impelagandosi in un discorso a tratti grottesco sul ruolo della guerra nella storia culturale e dimostrando una discreta confusione sul corretto utilizzo del termine ‘distruzione’. Della sua enigmatica figura ne avevamo parlato anche in questo articoloMa andiamo per gradi. Alina Kabaeva è entrata nel mirino dei giornalisti dallo scoppio della guerra russo-ucraina dello scorso 24 febbraio e con l’intensificarsi delle voci sulla sua presunta e lunga relazione segreta con Vladimir Putin, con il quale avrebbe avuto anche 3 figli. Poco prima dell’inizio dell’”Operazione militare speciale” alcune voci, mai confermate, la collocavano in un luogo sicuro a Lugano con i suoi bambini. Un atteggiamento ben diverso da quello adottato dalla first lady Zelenska, moglie del premier ucraino Volodymyr Zelensky, da sempre accanto al marito. Mai una dichiarazione o una smentita. Fino a sabato scorso e a quel suo discorso pronunciato alla VTB Arena con alle spalle un enorme pannello tappezzato di ‘Z’ in difesa degli atleti russi e bielorussi esclusi dalla stragrande maggioranza delle competizioni sportive. La Kabaeva ha ‘usato’ lo sport come metafora della situazione attuale: “Quello che sta avvenendo con l’esclusione dei nostri atleti dalle competizioni internazionali è una delle pagine più vergognose della storia moderna e – ha aggiunto- quando venivano uccisi in civili in Jugoslavia, in Iraq, in Libia e in Siria, l’Occidente non si è mai fatto alcun problema e non ha mai sanzionato alcuno Stato che prendeva parte alla distruzione di quei Paesi”. Proprio la scelta del termine ‘distruzione’ ha scatenato innumerevoli polemiche sui social: una sorta di ammissione di colpa o, altrimenti detto, uno scivolone. Ma anche, per alcuni, la prova concreta del legame con Putin considerato che la frase sembra una diramazione delle sue ideologie più volte esternate in questi anni. La presenza, non passata inosservata, di una vistosa fede nuziale al dito (prima assente), lascerebbe pensare ad una legittimazione di questa relazione più volte millantata ma mai confermata da entrambe le parti. Per altri, invece, di tutt’altra teoria, una serie di indizi di questo intricato puzzle amoroso lascerebbero pensare ad una precisa intenzione della 39enne russa di staccare il proprio nome da quello del terribile zar e di rientrare in Russia non per amor di patria ma per sfuggire alle sanzioni che parrebbero prossime anche per lei. Per il Wall Street Journal, gli Usa starebbero valutando sanzioni ‘ad personam’ nei suoi confronti. Proprio come richiesto a gran voce dall’Ucraina tutta. Il ministero del Tesoro statunitense è ovviamente consapevole delle conseguenze: una reazione di Putin “estremamente aggressiva” in nome di una sua rigida idea sul concetto di privacy raccontata anni fa da Alexej Venediktov, fondatore dell’ormai conclusa esperienza di Echo Mosca, che riportò una sua dichiarazione: “Su di me potete scrivere quello che volete, ma la mia famiglia è tabù, non la deve toccare nessuno”. E come se non bastasse, gran finale nell’orazione della Kabaeva: “Ogni famiglia ha una storia di guerra, e in nessun caso dobbiamo dimenticarla ma tramandarla di generazione in generazione”. Il problema, in questo caso, è capire di quale famiglia si tratti e se esiste.   di Raffaela Mercurio

 

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