La bufala dell’impegno Nato preso nel 1991
| Esteri
L’impegno preso il 6 marzo 1991, che avrebbe impegnato la Nato a non espandersi a Est in cambio dell’assenso alla riunificazione tedesca e quel Memorandum di Budapest che impegnava la Russia a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina, in realtà non esiste.

La bufala dell’impegno Nato preso nel 1991
L’impegno preso il 6 marzo 1991, che avrebbe impegnato la Nato a non espandersi a Est in cambio dell’assenso alla riunificazione tedesca e quel Memorandum di Budapest che impegnava la Russia a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina, in realtà non esiste.
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La bufala dell’impegno Nato preso nel 1991
L’impegno preso il 6 marzo 1991, che avrebbe impegnato la Nato a non espandersi a Est in cambio dell’assenso alla riunificazione tedesca e quel Memorandum di Budapest che impegnava la Russia a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina, in realtà non esiste.
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Agilulfo Emo Betrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura – il Cavaliere Inesistente di Italo Calvino – era un’armatura vuota con dentro un cavaliere che non c’era ma «sapeva di esserci»: talmente tanto da rompere la scatole a tutti quelli che gli stavano attorno. Al contrario Gurdulù, il suo scudiero, c’era ma non sapeva di esserci perché era un minus habens. Mutatis mutandis, entrambi potrebbero rappresentare la bizzarra contrapposizione tra il verbale desecretato che secondo “Der Spiegel” avrebbe impegnato la Nato a non espandersi a Est in cambio dell’assenso alla riunificazione tedesca e quel Memorandum di Budapest che impegnava la Russia a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina in cambio della restituzione di 1.900 testate nucleari rimaste sul suo territorio dai tempi dell’Urss.
L’impegno, forse preso il 6 marzo 1991, in realtà non esiste. Secondo un verbale desecretato nel 2017, era un colloquio centrato sui temi della sicurezza nell’Europa centrale e orientale, oltre che sui rapporti con l’Urss, guidata allora da Michail Gorbaciov. Attenzione, molti giornali hanno scritto «con la Russia». Ma Gorbaciov era il leader dell’Urss! Di fronte alla richiesta di alcuni Paesi dell’Est Europa di entrare nella Nato – Polonia in testa – i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest concordarono nel definirla «inaccettabile».
Benissimo. Ma l’Urss cessò di esistere il 26 dicembre 1991. Al suo posto apparvero 15 Stati successori, ognuno dei quali erede dell’Unione. Effettivamente, in alcuni casi questa eredità è stata riconosciuta alla sola Russia: il seggio permanente al Consiglio di Sicurezza, per esempio. La Russia è erede anche di quell’impegno? O l’impegno, più propriamente, vale verso tutti i Paesi successori? Secondo questo verbale Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania si sono insomma impegnati con Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania e Georgia affinché Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania e Georgia non entrino nella Nato.
Ma se l’Ucraina dice che rinuncia al suo diritto a porre il veto all’ingresso dell’Ucraina nella Nato? E se ci volesse rinunciare la stessa Russia? Il Cremlino trattò per molti anni sulla possibilità che venisse ammessa. Non è interpretazione autentica che l’impegno verbale e mai formalizzato decadde con la fine dell’Urss? Insomma, Agilulfo. Non esiste, ma è riuscito a convincere il dibattito della sua esistenza a tal punto che su di esso si sta fondando la guerra di aggressione di Putin all’Ucraina.
Invece, il Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza esiste. Fu firmato il 5 dicembre 1994 e indusse l’Ucraina a rinunciare all’ombrello nucleare, in presenza del quale col cavolo che Putin si sarebbe azzardato ad attaccarla! Ma, esattamente come Gurdulù, fa come se non sapesse di esserci.
Non solo non ne parla nessuno, ma non ci si accorge che in base a esso Stati Uniti, Regno Unito e Francia sarebbe stati già tenuti a intervenire militarmente contro la Russia dai tempi dell’annessione della Crimea, senza alcun bisogno di adesione dell’Ucraina alla Nato. Come fu nel 1914 per il Belgio e nel 1939 per la Polonia. Quel Memorandum è ancora valido.
Di Maurizio Stefanini
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