La droga dei combattenti
 | Esteri
        
                Riccardo Gatti, TTC in area dipendenze della Lombardia, ci spiega cos’è il Captagon, come agisce e perché è diffuso in Medio Oriente, non solo tra i miliziani di Hamas
        
        		
				
	
		
	
		
        
	
		
	
		
        
        
    
La droga dei combattenti
Riccardo Gatti, TTC in area dipendenze della Lombardia, ci spiega cos’è il Captagon, come agisce e perché è diffuso in Medio Oriente, non solo tra i miliziani di Hamas
        
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La droga dei combattenti
Riccardo Gatti, TTC in area dipendenze della Lombardia, ci spiega cos’è il Captagon, come agisce e perché è diffuso in Medio Oriente, non solo tra i miliziani di Hamas
        
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AUTORE: Eleonora Lorusso
«Tiene svegli, fa diventare più aggressivi, riduce il senso di pausa e spinge all’azione». Tanto basta a rendere il Captagon una droga perfetta (o quasi) per chi, come i miliziani di Hams, sono chiamati a condurre attacchi anche molto brutali, come accaduto in occasione del 7 ottobre, nel sud di Israele.
A spiegarlo è Riccardo Gatti, Coordinatore del Tavolo Tecnico in area dipendenze della Regione Lombardia, esperto di sostante stupefacenti e direttore del Dipartimento Interaziendale Prestazioni Erogate nell’Area Dipendenze (DIPEAD) della ASST Santi Paolo e Carlo di Milano. «È uno stimolante sintetico – spiega ancora Gatti – Una volta nell’organismo la sostanza si scompone in anfetamina e teofillina. La prima ha un’azione incisiva molto attivante, può rendere aggressivi e da qui l’uso anche in contesti militari e di guerra. La teofillina, invece, è uno stimolante più blando, dagli effetti simili a quelli della caffeina». È un broncodilatatore che appartiene alla stessa famiglia proprio della caffeina, «ma insieme all’anfetamina finisce per stimolare in modo meno incisivo, soprattutto riducendo effetti collaterali della prima. È più maneggevole, quindi, rispetto alla sola anfetamina. Evidentemente, poi, dipende da chi la assume e quanta ne prende, perché è facile abusare, perdendo il controllo», osserva l’esperto.
Il Captagon è chiamato anche “droga del combattente” o dell’Isis, per la sua capacità stimolante e per il fatto che è utilizzata in teatri di guerra come quello in Medio Oriente. Secondo la tv Israeliana Channel 12, ne sarebbero state trovate tracce proprio sui prigionieri di Hamas, catturati dalle forze di difesa israeliane. Ma in passato sarebbe stato usato anche dai terroristi dell’Isis: «Chiariamo che la droga del combattente perfetto non esiste – e forse è meglio così – Sicuramente di volta in volta si attribuisce questa definizione a sostanze differenti e con effetti diversi, come il tromadolo. In questo caso si parla dei miliziani di Hamas anche per un motivo geografico: il Captagon è prodotto principalmente tra Siria e Libano, dove il giro d’affari è tale che alcuni esperti lo paragonano a quello delle sostanze del narcotraffico messicano destinate al mercato europeo», spiega Gatti.
Ma come è diventato una droga usata dai combattenti? «Captagon® è un marchio registrato, ha come principio attivo la fenetillina, una droga sintetica della famiglia chimica della fenetilammina, alla quale appartiene anche l’anfetamina. È uno stimolante sintetico. Negli anni ‘60 nella Repubblica Federale Tedesca veniva persino venduto senza ricetta. Poi è diventato un farmaco venduto dietro prescrizione e indicato per alcune malattie, per esempio il disturbo da deficit di attenzione e la narcolessia. Successivamente, però, ci si è accorti che poteva dare dipendenza ed effetti spiacevoli, soprattutto allucinogeni, e da allora non è più stato usato come farmaco – dice l’esperto – Nelle convenzioni internazionali è stato inserito nelle sostanze controllate e poi è sparito come medicinale iniziando invece a circolare clandestinamente come droga».
Quanto a rischio che possa circolare anche in Italia, Gatti spiega: «Al momento il Captagon non è diffuso da noi. Tutto può accadere, certo, potrebbe anche arrivare, ma ad oggi tra gli stimolanti che circolano maggiormente c’è sicuramente la cocaina, per quanto riguarda le sostanze di costo medio e alto, mentre tra quelle che hanno un prezzo apparentemente basso è diffuso il crack».
di Eleonora Lorusso
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