La Georgia al voto nella repressione, cronaca di un giornalista fermato al confine
Questo sarebbe dovuto essere l’articolo da Tbilisi per presentare le elezioni amministrative di oggi. Ma qualcosa è andato storto

La Georgia al voto nella repressione, cronaca di un giornalista fermato al confine
Questo sarebbe dovuto essere l’articolo da Tbilisi per presentare le elezioni amministrative di oggi. Ma qualcosa è andato storto
La Georgia al voto nella repressione, cronaca di un giornalista fermato al confine
Questo sarebbe dovuto essere l’articolo da Tbilisi per presentare le elezioni amministrative di oggi. Ma qualcosa è andato storto
Bagratashen – Questo sarebbe dovuto essere l’articolo da Tbilisi per presentare le elezioni amministrative di oggi. Ma qualcosa è andato storto. Lunedì mattina sono arrivato alla frontiera fra Armenia e Georgia, valico con cui ho discreta confidenza. Al controllo passaporti di Sadakhlo, quindi lato georgiano, mi è stato negato l’ingresso nel Paese. L’agente preposta mi ha segnalato che posso entrare soltanto dopo il pagamento di una multa di 5mila lari, circa 1.600 euro.
Secondo quanto riportato dal personale di frontiera, la sanzione si riferisce alla mia presenza alle manifestazioni del 31 marzo in viale Rustaveli, a Tbilisi, fronte Parlamento. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile mi trovavo sul luogo per documentare le proteste pro Europa, che a oggi hanno superato i 300 giorni consecutivi. Le manifestazioni di strada a Tbilisi, e più in generale le vicende politiche della Georgia, sono un tema che seguo da lungo tempo e di cui ho il piacere di scrivere sulle colonne di questo giornale. Ho pertanto segnalato a più riprese la mia qualifica professionale agli agenti e mostrato la documentazione con cui “La Ragione” aveva notificato il mio arrivo alla Commissione elettorale centrale. Non c’è stato verso.
È importante segnalare che durante i viaggi nel Paese caucasico non sono mai stato fermato dalla polizia. Non ero quindi a conoscenza di procedimenti a mio carico né ho mai ricevuto notifica della cosa. Ho chiesto quindi che mi fosse mostrato il materiale foto o video su cui è stata basata la sanzione. A quel punto gli agenti hanno ritrattato quanto detto in precedenza, sostenendo di non conoscere le ragioni della multa. Insistevano: «O paghi o non entri».
Ritornello che è stato portato avanti con una certa insistenza da tutti e tre gli agenti con cui mi sono confrontato per poco meno di un’ora. Dopo il mio definitivo rifiuto a pagare e l’esplicita richiesta di restituzione del passaporto, ho dovuto attendere un’ulteriore ora. Alla fine mi è stato consegnato un documento con cui si certificava il diniego all’ingresso e il codice della multa scritto a penna su un foglietto. La procedura online descritta nel documento non è accessibile dall’estero. Non ho potuto fare altro che allertare la nostra rappresentanza consolare a Tbilisi e la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj).
Quanto accaduto al sottoscritto s’inserisce nella rapida sterzata autoritaria data dal partito di governo, Sogno Georgiano. È un processo chiaro da almeno due anni, ma dalla primavera è diventato anche esplicito. Una commissione parlamentare, formata da soli membri della maggioranza, a giugno ha portato in carcere una serie di leader dell’opposizione. Sono accusati a vario titolo di essere collusi con governo e presidenza di Mikheil Saakashvili (2004-2013). L’ex presidente, detenuto dal 2021 per reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni, è accusato dall’attuale esecutivo di avere provocato il conflitto con la Russia del 2008, che comportò la perdita dell’Ossezia del Sud. Sulla base delle conclusioni della commissione, il primo ministro Irakli Kobakhidze ha annunciato l’intenzione di rivolgersi alla Corte costituzionale per ottenere la messa al bando dei partiti di opposizione investiti dalle indagini. Per coincidenza, sono i principali.
L’approccio muscolare del governo, anziché coalizzare, ha diviso la minoranza. Alle elezioni di quest’oggi per il rinnovo di tutti i sindaci e delle relative amministrazioni, parte dell’opposizione ha scelto il boicottaggio. E ha preferito convocare la piazza per questa sera. Tutti eventi che ci sarebbe piaciuto raccontarvi direttamente da Tbilisi.
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