La guerra dei Sette anni
Il conflitto nello Yemen è degenerato e sta conoscendo una preoccupante escalation. Per le Nazioni Unite i ribelli sciiti rischiano di essere inseriti nuovamente nella lista dei gruppi terroristi.
| Esteri
La guerra dei Sette anni
Il conflitto nello Yemen è degenerato e sta conoscendo una preoccupante escalation. Per le Nazioni Unite i ribelli sciiti rischiano di essere inseriti nuovamente nella lista dei gruppi terroristi.
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Il conflitto nello Yemen è degenerato e sta conoscendo una preoccupante escalation. Per le Nazioni Unite i ribelli sciiti rischiano di essere inseriti nuovamente nella lista dei gruppi terroristi.
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Il conflitto nello Yemen è degenerato e sta conoscendo una preoccupante escalation. Per le Nazioni Unite i ribelli sciiti rischiano di essere inseriti nuovamente nella lista dei gruppi terroristi.
Il conflitto nello Yemen sta conoscendo una preoccupante escalation. All’attacco lanciato con i droni dagli Houthi per la prima volta sugli Emirati Arabi Uniti, la coalizione a guida saudita ha risposto con raid aerei che hanno causato anche nella capitale Sana’a un centinaio di morti e altrettanti feriti. Il conflitto è in ogni caso degenerato e se gli Houthi temono ora la “Brigata dei giganti”, che definiscono una formazione mercenaria, per le Nazioni Unite i ribelli sciiti rischiano di essere nuovamente inseriti nella lista dei gruppi terroristi per atti di pirateria e attacchi che coinvolgono anche infrastrutture civili e la popolazione. La situazione è comunque di stallo.
Il governo yemenita controlla il 60% del territorio, in cui abitano circa 12 milioni di abitanti. Altri 15 milioni vivono nelle aree controllate dagli Houthi, circa il 25% del territorio. Sulle aree restanti, con circa 3 milioni di persone, c’è il Consiglio di transizione del Sud, che vuole la separazione dello Yemen meridionale. Il conflitto ha origine nella primavera araba del 2011, quando il movimento ribelle sciita- zaydita Houthi occupò la provincia settentrionale di Saada e le aree limitrofe. Gli Houthi sono circa 5 milioni divisi in 400 tribù e sotto il profilo religioso si rifanno allo zaydismo, una corrente sciita che nei secoli aveva convissuto quasi in osmosi con le quattro scuole sunnite, tanto da essere definita la ‘quinta’ scuola sunnita.
Per Gilles Kepel, autore de “Il ritorno del profeta”, lo zaydismo degli Houthi è stato poi sottoposto a un massiccio indottrinamento da parte dell’ortodossia sciita iraniana. Da qui la percezione che gli yemeniti in lotta tra loro in realtà siano ostaggio di una guerra ‘per procura’, con attori principali l’Iran e l’Arabia Saudita. Dal 2015 il governo yemenita è sostenuto da una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita e formata anche da altri Paesi arabi sunniti tra cui Emirati Arabi Uniti, Egitto, Sudan, Giordania, Kuwait e Bahrain.
Nonostante ufficialmente l’Iran non abbia mai confermato un sostegno diretto ai ribelli yemeniti, è emersa evidente una progressiva saldatura tra gli Houthi e Teheran nonché con la sua galassia sciita, dalla Siria al Libano. Anche dopo l’eliminazione di Qassem Soleimani, lo stratega delle milizie filoiraniane neutralizzato dagli Usa, l’Iran di Raisi non ha rinunciato alla politica di potenza, anche per condizionare il negoziato sul nucleare. La guerra tormenta da più di sette anni una popolazione di oltre 29 milioni di abitanti.
La dimensione della crisi umanitaria si coglie in poche drammatiche cifre: oltre 19mila vittime civili dal marzo 2015, 4,3 milioni di persone – tra cui più di 2 milioni di bambini – costrette all’esodo forzato, l’80% della popolazione bisognosa di assistenza umanitaria, specie ora che la pandemia registra un tasso di mortalità del 29%. Lo Yemen poteva essere uno tra i fortunati Paesi della penisola araba, anche solo grazie alla collocazione strategica che gli consente il controllo e l’accesso sul Mar Rosso e sull’Oceano Indiano. Oggi invece è tra i Paesi più poveri del mondo, nella lista dei cosiddetti ‘Failed States’, in condizioni di totale dipendenza dagli aiuti esterni.
di Maurizio Delli Santi
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Tag: esteri
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