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La guerra ‘intelligente’ è un ossimoro

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Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per bollare la Russia di Putin come uno Stato «che utilizza mezzi terroristici».

La guerra ‘intelligente’ è un ossimoro

Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per bollare la Russia di Putin come uno Stato «che utilizza mezzi terroristici».
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La guerra ‘intelligente’ è un ossimoro

Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione per bollare la Russia di Putin come uno Stato «che utilizza mezzi terroristici».
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La guerra è sporca, mette in scena l’oscenità. Non esiste, come ci eravamo illusi negli ultimi anni, il missile intelligente, il drone teleguidato che colpisce il francobollo sulla terra. L’errore capita sempre, in Afghanistan come in Siria e oggi in Ucraina. Perché la guerra intelligente è un ossimoro. I russi di Vladimir Putin e della sua cerchia di autocrati hanno deciso scientemente di rimettere in scena quell’atrocità che – forse in modo illusorio, almeno da questa parte del mondo – pensavamo di avere archiviato. Non colpiscono installazioni militari, caserme, depositi di armi. Puntano alle scuole, agli ospedali, ai rifugi sotterranei dove si ammassano donne e bambini, alle centrali elettriche e alle dighe, con lo scopo dichiarato di uccidere, di fiaccare la resistenza di un popolo con il buio che porta con sé non solo incubi ma anche fame, sete, terrore. Fa freddo in Ucraina, si va a meno trenta, non si sa come respingere quel nemico – il freddo – che ha caratterizzato da secoli le guerre in quelle terre. Un attacco continuo, vigliacco, ben consapevoli i russi delle nostre legittime preoccupazioni per una reazione più feroce e definitiva: l’Armageddon nucleare. Terrorismo, nient’altro che terrorismo canagliesco su larga scala, seralmente giustificato dalla signora Zacharova nei suoi eleganti tailleur. Il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza una risoluzione per bollare in modo definitivo la Russia di Putin e della signora Zacharova come uno Stato «che utilizza mezzi terroristici». L’obiettivo è chiaro: «isolare ulteriormente la Russia a livello internazionale anche per quanto riguarda l’adesione a organizzazioni e organismi internazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». A larghissima maggioranza, certo. Ma non loro. Non i parlamentari del prode Giuseppe Conte, che si sono pilatescamente astenuti. Il loro leader ha finalmente gettato il velo, ora sappiamo che il reuccio è nudo. Ora capiamo quanto sia importante per la nostra democrazia che una Commissione parlamentare, con l’apporto della magistratura, ci spieghi come e perché all’inizio della pandemia – quando il Covid mordeva ora dopo ora nelle case, negli ospedali, negli ospizi, riempiendo i cimiteri – militari russi (non medici, epidemiologi, virologi) percorrevano con tanto di blindati le strade italiane e ficcavano il naso come spioni che manco un John le Carré avrebbe potuto immaginare. Li aveva invitati lui, Giuseppe Conte. Sì, c’è chi ha un debito da saldare. Di Andrea Pamparana

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