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Moldavia

La Moldavia, il sì all’Europa passa con appena il 50,3%. Sul voto l’ombra di Putin

In Moldavia sono stati determinanti i voti provenienti dall’estero, dai lavoratori che già vivono e lavorano in Europa. Ma il paese con questi numeri resta spaccato, con chi guarda ancora al Cremlino

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La Moldavia, il sì all’Europa passa con appena il 50,3%. Sul voto l’ombra di Putin

In Moldavia sono stati determinanti i voti provenienti dall’estero, dai lavoratori che già vivono e lavorano in Europa. Ma il paese con questi numeri resta spaccato, con chi guarda ancora al Cremlino

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La Moldavia, il sì all’Europa passa con appena il 50,3%. Sul voto l’ombra di Putin

In Moldavia sono stati determinanti i voti provenienti dall’estero, dai lavoratori che già vivono e lavorano in Europa. Ma il paese con questi numeri resta spaccato, con chi guarda ancora al Cremlino

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In Moldavia sono stati determinanti i voti provenienti dall’estero, dai lavoratori che già vivono e lavorano in Europa. Ma il paese con questi numeri resta spaccato, con chi guarda ancora al Cremlino

Il referendum di domenica in Moldavia (“Siete favorevoli a modificare la Costituzione per far aderire la Moldavia all’Unione Europea?”) ha  portato alla vittoria i sostenitori dell’integrazione europea. Una vittoria soffertissima perché i voti ‘a favore’ e ‘contro’ dopo l’elaborazione di oltre il 98,4% dei protocolli differiscono di decimi di punto percentuale: 50,3% a 49,7%. In termini assoluti, la differenza è di circa mille voti su 1,5 milioni di votanti. Mentre nelle all’interno del Paese (soprattutto nelle campagne), il no ha prevalso,  a far pendere la bilancia a favore della scelta europeista ci ha pensato la diaspora cioè quelle centinaia di migliaia di badanti e operai che vivono nelle metropoli del Vecchio Continente.

Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, che si sono svolte contemporaneamente, ci sarà un secondo turno, che si terrà tra quindici giorni, il 3 novembre. Nessuno dei due candidati ha ottenuto il 50% dei voti necessari per vincere: il presidente in carica Maia Sandu, pasionaria liberale e convinta europeista, ha ottenuto circa il 42%, mentre il candidato filo-russo, l’ex procuratore generale Alexander Stoianoglo del Partito Socialista (l’ex partito staliniano che governò la Moldavia fino al crollo dell’URSS), ha ottenuto il 26,4%.

Sandu ha accusato “gruppi criminali legati a forze esterne ostili ai nostri interessi nazionali” di aver fatto di tutto nelle scorse settimane per far deragliare il Paese usando il denaro proveniente da Mosca (circa 100 milioni di dollari secondo il Ministero degli Interni) per “intrappolare i nostri cittadini e il Paese nell’incertezza e nell’instabilità”. Il sito russo d’inchiesta “The Insider” ha dimostrato che Ilan Shor, un oligarca filorusso latitante che vive a Mosca abbia letteralmente acquistato un consistente pacchetto di voti (oltre 200.000 secondo il portale, cioè circa il 15% dei partecipanti al voto) di suoi concittadini contro la scelta europea. 

Nel tradizionale briefing mattutino, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov ha invece sostenuto che i brogli sarebbero stati organizzati dalla presidenza moldava: “I risultati delle votazioni in Moldavia mostrano anomalie nell’aumento dei voti a favore del presidente in carica Maia Sandu e dell’integrazione europea. Secondo il braccio destro dello “Zar”, “anche nel contesto di una campagna elettorale non libera, è chiaro che molte persone non sostengono Sandu” mentre “non esisterebbero prove sulla compravendita di voti dei filo-russi”. Anche i notiziari televisivi moscoviti sottolineano la “stranezza” di un epilogo del voto che fino a poche ore prima a spoglio in corso vedeva prevalere il “niet” all’Europa.   

Un membro del partito di Aleksey Navalny (il leader dell’opposizione russa morto in carcere lo scorso febbraio), che preferisce restare anonimo vivendo ancora a Mosca, ritiene che “la strategia di Mosca di ricostruire l’Impero “zarista-sovietica” purtroppo sta venendo avanti senza che l’opinione pubblica europea ne sia molto cosciente. Questa settimana ci saranno le elezioni anche in Georgia ed esiste la concreta possibilità che il partito autoritario e filo-russo “Il sogno georgiano” possa avere la meglio”.  

Le prossime settimane in Moldavia promettono di essere turbolente e già dalle prime ore del mattino nella capitale Chişinău, gruppi di attivisti filo-russi stanno inscenando manifestazioni contro “le elezioni truffa”. Il Cremlino e le forze pro-Cremlino nelle due settimane che dividono il Paese dal ballottaggio intenderebbero fomentare le proteste post-elettorali nel tentativo di destabilizzare la società moldava e screditare i risultati delle elezioni. Una campagna che punterebbe tutto sull’intimidazione, sulla corruzione e sulle promesse di aiuti finanziari da parte russa se il candidato Stoianglo dovesse prevalere anche grazie all’aiuto di Renato Usatii, l’altro candidato filo-russo che ha raccolto ieri poco meno dei 14% dei suffragi.  

La Russia ha fallito nell’operazione di “soft power” post-Crimea in Transnistria sotto la supervisione di Dmitry Rogozin, e dopo lo scoppio della guerra in Ucraina ha iniziato ad agitare lo slogan “Novorossiya dal Donbas alla Transnistria”. Tuttavia alcuni osservatori sostengono che Mosca sarebbe per ora interessata solo a destabilizzare profondamente la Moldavia ma senza impedire la sua entrata nella Ue.

Secondo il Ministro degli Esteri moldavo Mihai Popşoi, il Paese sta soffrendo per l’invasione in Ucraina più di ogni altro Paese, a causa dei prezzi dell’energia e dell’afflusso di rifugiati, e su questo Putin sta facendo leva per accrescere paura e malcontento.

di Yurii Colombo – Mosca 

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