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La prima apertura del Cremlino: sì all’Ucraina nell’Unione Europea

Le parole del portavoce del Cremlino, Peskov, sembrano suggerire una prima apertura negoziale per la fine della guerra in Ucraina. L’annuncio proprio mentre sono in corso i colloqui Usa-Russia in Arabia Saudita

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La prima apertura del Cremlino: sì all’Ucraina nell’Unione Europea

Le parole del portavoce del Cremlino, Peskov, sembrano suggerire una prima apertura negoziale per la fine della guerra in Ucraina. L’annuncio proprio mentre sono in corso i colloqui Usa-Russia in Arabia Saudita

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La prima apertura del Cremlino: sì all’Ucraina nell’Unione Europea

Le parole del portavoce del Cremlino, Peskov, sembrano suggerire una prima apertura negoziale per la fine della guerra in Ucraina. L’annuncio proprio mentre sono in corso i colloqui Usa-Russia in Arabia Saudita

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Le parole del portavoce del Cremlino, Peskov, sembrano suggerire una prima apertura negoziale per la fine della guerra in Ucraina. L’annuncio proprio mentre sono in corso i colloqui Usa-Russia in Arabia Saudita

Dmitry Peskov lo abbiamo imparato a conoscere, in questi tre anni, come voce principale dei deliri imperialisti e propagandistici di Putin. Ecco perché sentire le sue frasi di questa mattina lascia spiazzati. «L’Ucraina – dice rispondendo a una domanda – ha il diritto sovrano di decidere se aderire all’Unione Europea. Mosca non ha alcuna intenzione di dettare la linea a Kiev su questo dossier».

Un’apertura così non si era mai sentita, che arriva mentre in Arabia Saudita sono in corso colloqui tra diplomatici americani e russi. Kiev avrebbe dunque la legittima aspirazione a entrare nell’orbita occidentale? Se così fosse sarebbe la prima, significativa, concessione del Cremlino in vista della fine del conflitto. Una moneta di scambio: voi vi integrate a ovest, noi non ve lo impediamo ma al contempo ci concedete l’annessione delle aree che rivendichiamo.

Ma i piani di lettura sono molteplici. Ad esempio, Peskov prosegue dicendo che, al contrario di quelle Ue, le porte della Nato restano chiuse per Kiev. Il che significa, tra le righe, che la Russia non vede l’Unione come una minaccia. E nell’ottica imperialistica di Putin, questo significa che Bruxelles non è un competitor né un interlocutore principale.

In secondo luogo, l’ingresso di Kiev nell’Ue può essere un asset strategico per Mosca. Un 28esimo Stato membro, particolarmente sottoposto alla macchina disinformativa e propagandistica russa, potrebbe allargare il numero di Paesi che, già ora, minano alle fondamenta l’azione geopolitica di Bruxelles (come Ungheria e Slovacchia).

Resta da vedere se e quando l’Ucraina potrà accedere all’Unione. E, soprattutto, se la Russia manterrà la parola data. Visti i precedenti, meglio non fidarsi.

Di Umberto Cascone

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