“La Scienza dell’Impero” per sostenere Putin
Gli ultranazionalisti russi e il sostegno all’imperialismo di Putin attraverso uno scienza sacra sugli zar
| Esteri
“La Scienza dell’Impero” per sostenere Putin
Gli ultranazionalisti russi e il sostegno all’imperialismo di Putin attraverso uno scienza sacra sugli zar
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“La Scienza dell’Impero” per sostenere Putin
Gli ultranazionalisti russi e il sostegno all’imperialismo di Putin attraverso uno scienza sacra sugli zar
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Gli ultranazionalisti russi e il sostegno all’imperialismo di Putin attraverso uno scienza sacra sugli zar
“La Basiliologia come Scienza dell’Impero”: l’insolita terminologia fa parte della retorica con cui gli ultranazionalisti russi sostengono l’imperialismo di Putin. La teoria di una nozione «storicamente russa di Impero» affonderebbe le sue origini nella stirpe degli imperatori bizantini, i Basiléi (dal greco Βασιλεὺς). Alla vigilia di una nuova mobilitazione, la “Scienza dell’Impero” è stata presentata in un convegno organizzato dal gruppo di sedicenti intellettuali e oligarchi legati alla testata televisiva e web “Tsargrad” (il nome slavo di Costantinopoli) dopo che un loro sondaggio ha fatto emergere che almeno un terzo dei russi è contrario alla guerra.
La loro tesi è che la Russia sia ancora permeata dalla ideologia liberale occidentale, per cui è il momento di imporre la scuola dei “tradizionalisti accademici”, basata sulla esperienza del Centro per gli studi conservativi avviata da Alexander Dugin alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Mosca Lomonosov. Sviluppare l’idea di impero, questa dunque è la missione di ideologi come Konstantin Malofeev (che ha pubblicato in tre volumi l’opera “Empire”) e dello stesso Dugin (che si è affiancato con l’ultimo “Genesis and Empire”).
La conoscenza scientifica sul tema sarebbe già esistita nella storia come “scienza sacra” sugli zar e sui regni precedenti, ma deve essere rianimata. Per Malofeev l’impero «è la cosa più importante che oggi non abbiamo. Prima dobbiamo riconoscerlo in noi stessi: altrimenti non torneremo a essere mai un Impero. Questo è il punto di partenza». Sergey Glazyev, studioso ancora con l’impronta socialista dell’Accademia russa delle Scienze, è per una visione ideale di impero in cui affermare un “socialismo ortodosso”, una società equa, con un ruolo significativo dello Stato e delle forme pubbliche di proprietà, al tempo stesso basato su tradizioni ortodosse, valori spirituali e morali. Il presidente dell’Accademia cecena delle Scienze, Dzhambulat Umarov, ha invece dichiarato: «Sono un imperialista in guerra che vuole l’Impero dell’Unto di Dio. E anche se questo Unto di Dio è ortodosso, nulla impedisce agli stessi musulmani ceceni, dopo avergli prestato giuramento, di essergli fedeli, di essere fedeli all’idea di Impero».
Dal Patriarcato di Mosca il vescovo Savva di Zelenograd ha ribadito che la più alta qualità dell’impero è che alla fine è diventato cristiano. La natura sovranazionale imperiale è stata infine sottolineata dal preside della Facoltà di Storia dell’Università Lomonosov di Mosca Sergey Karpov: nell’impero romano e in quello bizantino persone di diversi gruppi etnici e opinioni religiose vivevano in pace e armonia (sic!) e di questi regni il successore oggi è la Russia, che può proporsi come «il nuovo Impero cristiano». Le conclusioni sono affidate a un monito: la Terza Roma, la Mosca che ha raccolto l’eredità degli imperi di Roma e Costantinopoli, «deve oggi impedire al mondo intero di cadere nell’abisso».
Il progetto porta indietro la civiltà facendola arretrare ai secoli che hanno preceduto la Rivoluzione francese e le idee moderne di libertà e democrazia: un pot-pourri mitologico per incoraggiare una nuova mobilitazione per la «guerra santa», che finora comunque non ha convinto il popolo russo.
di Maurizio Delli Santi
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