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La sfida economica non diventi militare

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La sfida economica non diventi militare

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La sfida economica non diventi militare

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Racconta Vladimir Putin che nel 1968, l’anno dell’invasione sovietica di Praga, appena sedicenne si presentò all’ufficio della direzione del Kgb per capire come si poteva diventare una spia: «Voglio venire a lavorare con voi», disse. La risposta fu lapidaria: «Splendido, ma ci sono delle condizioni». Da allora è passato oltre mezzo secolo, Putin oggi ha 69 anni e comanda in Russia da più di un ventennio. Insomma, è grande abbastanza per sapere che a un’azione seguono delle reazioni e delle condizioni. Come per l’Ucraina. Se il presidente russo decidesse di invaderla, dopo aver ammassato sul confine decine di migliaia di soldati, mezzi e rifornimenti, nulla resterebbe com’è. L’incontro di martedì con il presidente americano Joe Biden per adesso ha semplicemente cristallizzato uno stallo tra la Russia e l’Occidente. Proviamo a sezionarlo, cercando di capire i possibili scenari.

Anzitutto riteniamo che Putin, anche nel caso decidesse di invadere l’Ucraina, farebbe comunque passare le feste di Natale, quello cristiano e quello ortodosso.

Inoltre è probabile che – nel caso di un’opzione militare – attenda gennaio avanzato quando il freddo rigido renderà ancora più indispensabile all’Europa il gas russo per potersi riscaldare. Proprio il gas è una delle armi che l’Occidente, in caso di invasione, può ritorcere contro la Russia. Il “Financial Times” ha parlato chiaramente delle pressioni americane sulla Germania affinché interrompa il Nord Stream 2 in caso di invasione dell’Ucraina. A questo proposito Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, ha sottolineato che «il Nord Stream non è una leva con Vladimir Putin perché non è ancora operativo ma se il presidente russo vuole vedere fluire il gas attraverso questo gasdotto non deve invadere l’Ucraina».

Nel corso del suo vertice con Putin, Biden ha parlato esplicitamente di durissime sanzioni economiche. E qui, il ruolo europeo diviene cruciale considerati gli scarsi rapporti commerciali tra Russia e Usa.

Non a caso dopo il vertice bilaterale Biden ha informato i leader degli altri membri del Quint – il quintetto formato da Usa, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia – sui contenuti del colloquio e sulla necessità di preparare una rete condivisa per contenere l’espansionismo russo. Tra le opzioni, in caso di invasione dell’Ucraina, vi è anche chi spinge sull’opzione militare, armando gli alleati Nato sui confini russi come Romania, Polonia e Paesi baltici. A parte il rischio di innescare una polveriera nel cuore dell’Europa, la storia dovrebbe insegnarci che una escalation militare è facile da scatenare ma assai meno da fermare. Mettiamo che Putin decida di entrare per pochi chilometri oltreconfine in Ucraina, questo varrebbe una guerra? Francamente riteniamo di no. La via economica di dure sanzioni messe in campo da un Occidente compatto, quella è la strada. In fondo l’Unione Sovietica cadde anche per la miseria.   Di Massimiliano Lenzi

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