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Wagner in Africa

La Wagnerland nel centro dell’Africa

Fra birrerie e massacri, i mercenari si sono presi un intero Paese africano. Il Gruppo Wagner ha creato una vera e propria “Wagnerland” nella Repubblica Centrafricana (Rca)
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Mentre Evgenij Viktorovič Prigožin continua in Ucraina la sua battaglia politica opportunistica contro il Ministero della Difesa russo, il suo Gruppo Wagner ha creato una vera e propria “Wagnerland” nella Repubblica Centrafricana (Rca). Domenica scorsa sono stati trasferiti altri sei aerei da guerra L-39 Albatros nella capitale Bangî, che si aggiungono così alla folla di più duemila ‘addestratori’ della società russa assegnati alle Forze armate della Rca. Uomini che spesso comandano in maniera diretta i militari centrafricani e che, tanto per eliminare qualsivoglia dubbio, hanno festeggiato l’arrivo del nuovo stormo issando nell’aeroporto la bandiera sovietica della vittoria a fianco di quella nazionale centrafricana.

Questo notevole rinforzo del potenziale bellico wagnerita nello Stato centrafricano certifica una penetrazione velocizzata dalla fine della missione militare francese nell’ex colonia, dovuta proprio all’ingombrante presenza dei mercenari tra le file dell’esercito regolare e dalla reticenza del presidente Faustin-Archange Touadéra a porre fine all’influenza del Wagner nel suo governo. Difficile compito, quando dovresti licenziare gli stessi uomini che in effetti compongono la guardia del corpo presidenziale.

A capo di un Paese scarsamente popolato, scosso da una recente guerra civile, privo di una rete di infrastrutture e detentore di uno dei più bassi indici di sviluppo umano del mondo, i leader della Rca hanno dunque ceduto alle facili lusinghe degli uomini di Prigožin. I primi hanno ottenuto una protezione armata moderna del loro regime morale rilassato, i secondi hanno guadagnato concessioni – altrettanto rilassate – per lo sfruttamento delle enormi ricchezze naturali del Paese. Un qui pro quo impossibile da ottenere con i francesi che, benché rappresentino l’ex dominatore coloniale, sono legati agli standard occidentali dei diritti umani e ambientali.

Come negli altri Paesi dell’area dove i wagneriti hanno preso il posto dei soldati francesi, dal 2018 si sono così moltiplicati i massacri che hanno visto coinvolti i russi. Gli abitanti di Alindao, Bambari e Bakassa hanno già pagato caro e sulla propria pelle questa alleanza fra l’establishment centrafricano e il Wagner. Non è tutto. Anche un’innocua fabbrica della birra Mocaf a Bangî è stata incendiata nel marzo di quest’anno, con ogni probabilità per l’unica colpa di essere la principale concorrente del birrificio Africa Ti l’Or, i cui prodotti sono consegnati nei bar della capitale dai wagneriti in persona.

La Repubblica Centrafricana è dunque passata dall’essere partner del suo ex colonizzatore al trovarsi sotto il tallone di una società privata i cui grandi legami con il governo russo sono da tempo innegabili, generando un nuovo rapporto di sudditanza diretta con un altro grande Stato europeo. Nel XIX secolo la Russia degli zar fallì i suoi tentativi di colonizzare l’Africa, ma oggi gli africani stanno sperimentando gli stessi soprusi subiti dalle popolazioni asiatiche sottomesse alla Moscovia.

 

di Camillo Bosco

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