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L'analisi di Henry Kissinger sul rapporto storico tra Europa e Mosca

L’analisi di Henry Kissinger sul rapporto storico tra Europa e Mosca

Henry Kissinger, politico americano, ha fornito una lucida analisi sul conflitto russo-ucraino, rimarcando come la guerra non abbia mai solo scopi militari ma soprattutto politici. E la storia tra Europa e Mosca che va preservata.
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L’analisi di Henry Kissinger sul rapporto storico tra Europa e Mosca

Henry Kissinger, politico americano, ha fornito una lucida analisi sul conflitto russo-ucraino, rimarcando come la guerra non abbia mai solo scopi militari ma soprattutto politici. E la storia tra Europa e Mosca che va preservata.
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L’analisi di Henry Kissinger sul rapporto storico tra Europa e Mosca

Henry Kissinger, politico americano, ha fornito una lucida analisi sul conflitto russo-ucraino, rimarcando come la guerra non abbia mai solo scopi militari ma soprattutto politici. E la storia tra Europa e Mosca che va preservata.
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Henry Kissinger, politico americano, ha fornito una lucida analisi sul conflitto russo-ucraino, rimarcando come la guerra non abbia mai solo scopi militari ma soprattutto politici. E la storia tra Europa e Mosca che va preservata.
Va sconfitta l’invasione dell’Ucraina voluta da Vladimir Putin, non la Russia come Stato ed entità storica. Henry Kissinger, politico americano, diplomatico, segretario di Stato dei presidenti Usa Richard Nixon e Gerald Ford dal 1969 al 1977, vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1973 (grazie ai suoi negoziati che misero fine alla guerra nel Vietnam), ha posto in queste ore, mentre il vertice Nato di Madrid è in corso, il tema del punto di caduta possibile rispetto alla guerra in Ucraina. L’Occidente, questa la sostanza, deve darsi degli obbiettivi rispetto al conflitto in corso perché una guerra deve avere i suoi scopi militari ma anche politici, onde evitare uno stallo pericoloso, in termini strategici, e tragico, per la perdita di vite umane. Henry Kissinger questi obbiettivi li ha ben chiari: tornare ai confini di prima del 24 febbraio 2022, il giorno d’inizio dell’invasione russa. Per fare ciò occorrerà vincere la guerra sul terreno con i russi. Una sottolineatura necessaria visto che diversi analisti, nelle settimane passate, hanno equivocato la posizione dell’ex segretario di Stato Usa, equiparandola a un generico fare la pace con i russi (che vuol dire tutto e non vuol dire nulla, senza una spiegazione del come raggiungerla e a quali condizioni). Quando Kissinger evidenzia la data del 24 febbraio mette perciò sul piatto un obbiettivo chiaro, un passaggio ineludibile nella ricerca della fine di ogni conflitto. La Crimea e la parte del Donbass, annessi dai russi nel 2014, restano fuori. Del resto, in una guerra che va avanti ormai da oltre quattro mesi, è necessario fissare un punto di caduta concreto per l’Ucraina e per l’Occidente schierato in difesa della libertà e della sovranità di Kiev. Nella sua analisi Kissinger non dimentica, poi, di dare una propria lettura del quadro generale che ha portato alla situazione attuale. Rimarca come l’Occidente sia stato poco sensibile a offrire l’ingresso nella Nato all’Ucraina, perché questo avrebbe significato che tutta l’area tra quello che – ai tempi dell’Unione Sovietica e delle due Germanie – furono il muro di Berlino e il confine russo di oggi sarebbe di fatto stata riempita dall’Alleanza Atlantica, compresi quei territori da cui, in passato, sono state lanciate le aggressioni militari contro l’Urss. Una lettura lucida quella del politico americano, che evidenzia anche la questione del rapporto tra l’Europa e Mosca. La Russia – spiega Kissinger – è stata parte della storia europea per cinque secoli, è stata coinvolta in tutte le grandi crisi e in alcuni dei grandi trionfi della storia del Vecchio Continente e perciò «dovrebbe essere la missione della diplomazia occidentale e di quella russa tornare al corso storico per cui la Russia è parte del sistema europeo». Concretezza politica, contesto storico e obbiettivi da porsi per arrivare alla fine della guerra. Tutto si tiene nella sua analisi, compresa la preoccupazione che un orizzonte di conclusione della guerra dovrà essere dato al più presto. Per lui questo orizzonte – lo sottolineiamo ancora una volta per i non udenti – è l’equilibrio di prima dell’invasione russa di febbraio. Per tornarci, ed è la prima evidenza dell’agenda Kissinger, occorrerà battere i russi e non farli allargare nella conquista di altri pezzi dell’Ucraina.   di Massimiliano Lenzi

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