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Annusare latte non aiuta il consumatore

Nei supermercati Morrisons nel Regno Unito non ci sarà più data di scadenza sui brick del latte: i consumatori sceglieranno se acquistarlo dopo averlo annusato. Un’idea assurda che apre gli occhi sull’importanza delle regole UE.
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Annusare latte non aiuta il consumatore

Nei supermercati Morrisons nel Regno Unito non ci sarà più data di scadenza sui brick del latte: i consumatori sceglieranno se acquistarlo dopo averlo annusato. Un’idea assurda che apre gli occhi sull’importanza delle regole UE.
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Annusare latte non aiuta il consumatore

Nei supermercati Morrisons nel Regno Unito non ci sarà più data di scadenza sui brick del latte: i consumatori sceglieranno se acquistarlo dopo averlo annusato. Un’idea assurda che apre gli occhi sull’importanza delle regole UE.
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Nei supermercati Morrisons nel Regno Unito non ci sarà più data di scadenza sui brick del latte: i consumatori sceglieranno se acquistarlo dopo averlo annusato. Un’idea assurda che apre gli occhi sull’importanza delle regole UE.
La proposta arriva dal Regno Unito e fa sorridere: la catena di supermercati Morrisons ha lanciato una ‘sfida’ ai propri clienti, con l’obiettivo di ridurre lo spreco di latte fresco e di imballaggi. Invece che indicare una data di scadenza, da sempre molto conservativa rispetto alla reale durata del prodotto, gli acquirenti non troveranno più la consueta indicazione “da consumarsi preferibilmente entro il” ma verranno invitati a odorare il prodotto, per decidere se acquistarlo o meno. Non stiamo scherzando, in questa catena di supermarket saranno le ‘sniffate’ l’unico strumento a disposizione, per decidere quale brick di latte comprare. È facile sorridere di un’iniziativa del genere e dubitiamo possa avere grande fortuna (nel territorio dell’Ue verrebbe proibita, essendo in aperta violazione delle norme a tutela dei consumatori), ma ci ricorda il valore proprio di quei provvedimenti che non di rado hanno fatto storcere il naso e generato polemiche anche acide (come il latte andato a male). Queste ultime vengono alimentate proprio da chi non vede l’ora di sottolineare la presunta bulimia normativa della Commissione o del Parlamento europeo. L’idea britannica avrà certamente le migliori intenzioni ma si scontra con la pratica quotidiana e gli interessi del cittadino-consumatore, che attraverso un’etichetta ricca di indicazioni e facilmente comprensibile è ragionevolmente certo di poter acquistare prodotti sicuri e certificati. Un risultato garantito proprio dalle regole, spesso europee. Non un dettaglio. di Marco Sallustro

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