Le orride tentazioni di Vladimir Putin
L’attentato di Mosca ha evidenziato ancor di più i bluff di Vladimir Putin, ora incapace di ammettere errori madornali nella sicurezza e sempre meno credibile
Le orride tentazioni di Vladimir Putin
L’attentato di Mosca ha evidenziato ancor di più i bluff di Vladimir Putin, ora incapace di ammettere errori madornali nella sicurezza e sempre meno credibile
Le orride tentazioni di Vladimir Putin
L’attentato di Mosca ha evidenziato ancor di più i bluff di Vladimir Putin, ora incapace di ammettere errori madornali nella sicurezza e sempre meno credibile
L’attentato di Mosca ha evidenziato ancor di più i bluff di Vladimir Putin, ora incapace di ammettere errori madornali nella sicurezza e sempre meno credibile
L’orrore di Mosca ha ulteriormente scoperto, se ce ne fosse stato ancora bisogno, i terribili bluff di Vladimir Putin.
L’uomo forte, il presidentissimo che garantisce ordine e sicurezza al suo popolo (certo in cambio dell’omicidio della democrazia, ma vuoi mettere la “bellezza” di vivere nella legge e nell’ordine…) e che si fa beffare sotto il naso a pochi chilometri dal Cremlino in una carneficina raccapricciante. Un’orgia di sangue e violenza che nella narrazione putiniana della perfetta “vita russa” non potrebbe balenare neppure nel peggiore degli incubi.
La crudissima realtà, invece, è quella di un Paese evidentemente non in grado di individuare e identificare – figurarsi controllare e prevenire – le cellule terroristiche di matrice islamica che non hanno colpito per la prima volta venerdì nel territorio della Federazione russa.
Il capo del Cremlino, una volta spalle al muro, ha prevedibilmente cercato di gettare le responsabilità in capo ai propri fallimentari servizi di sicurezza e intelligence sui nemici giurati: gli ucraini in primis e in subordine di occidentali generalmente intesi.
Peccato che fossero stati proprio i malefici e subdoli occidentali, nello specifico i servizi segreti statunitensi, ad aver avvertito da settimane la Russia di segnali da non sottovalutare, anticipando possibili attentati di matrice islamica nel cuore del Paese. Come regolarmente poi avvenuto.
Lo sottolineava ieri il nostro Camillo Bosco: i servizi americani sono da sempre e di gran lunga quelli più aggiornati sui rischi legati al terrorismo islamico e aver ignorato questi alert è risultata una forma di presunzione, da parte di Putin e dei suoi, che sfocia nell’incoscienza criminale.
L’enorme problema, ora, è come lo zar deciderà di muoversi per salvaguardare la sua immagine, perché anche i dittatori devono fare i conti con la pubblica opinione. Pur di scaricare su altri responsabilità tutte sue, potrebbe essere tentato di addebitare ogni colpa agli ucraini, giustificando azioni militari ancora più dure e profonde di quelle delle ultime settimane. In Russia c’è chi è arrivato a paventare una massiccia operazione di terra anche lungo i fronti ormai secondari da mesi. Ipotesi che francamente appare remota, perché offensive di questa portata non si preparano certo in pochi giorni o anche settimane, ma utile a capire quale sia il grado di parossismo raggiunto dalle parti del Cremlino.
Sull’onda di animi ulteriormente esacerbati dalla carneficina di venerdì, è impossibile escludere reazioni inconsulte.
di Fulvio Giuliani
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