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Vladimir Putin

Le parole di Putin e l’enigma cinese

L’analisi sulle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin in un’intervista all’agenzia di stampa di Pechino “Xinhua”. Cosa aspettarsi dalla prossima conferenza di pace sull’Ucraina che avverrà in Svizzera

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Le parole di Putin e l’enigma cinese

L’analisi sulle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin in un’intervista all’agenzia di stampa di Pechino “Xinhua”. Cosa aspettarsi dalla prossima conferenza di pace sull’Ucraina che avverrà in Svizzera

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Le parole di Putin e l’enigma cinese

L’analisi sulle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin in un’intervista all’agenzia di stampa di Pechino “Xinhua”. Cosa aspettarsi dalla prossima conferenza di pace sull’Ucraina che avverrà in Svizzera

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L’analisi sulle ultime dichiarazioni di Vladimir Putin in un’intervista all’agenzia di stampa di Pechino “Xinhua”. Cosa aspettarsi dalla prossima conferenza di pace sull’Ucraina che avverrà in Svizzera

Oggi scriviamo del cattivo nella guerra in Ucraina: il russo Vladimir Putin. E lo facciamo partendo dalle sue parole più recenti (parole che spesso in passato lo zar ha tradito). Ieri, alla vigilia del suo viaggio in Cina che comincerà oggi da un incontro con Xi Jinping, Putin ha rilasciato un’intervista alla agenzia di stampa di Pechino “Xinhua”. Fra le tante cose dette dal presidente russo soltanto alcune son degne di nota.

La prima riguarda il tema del negoziato sulla guerra in Ucraina: «Non ci siamo mai rifiutati di negoziare. Stiamo cercando una soluzione globale, sostenibile e giusta di questo conflitto con mezzi pacifici. Siamo aperti al dialogo sull’Ucraina, ma tali negoziati devono tenere conto degli interessi di tutti i Paesi coinvolti nel conflitto, compreso il nostro». Tradotte in termini facili, queste parole significano che la Russia non riconosce la conferenza di pace in Svizzera prevista per la metà del prossimo giugno e che probabilmente anche la Cina, a modo suo, farà altrettanto. A questo proposito, non deve passare inosservato che nei giorni scorsi lo stesso cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che non ci si dovrà aspettare molto dalla conferenza di pace sull’Ucraina in Svizzera.

Secondo aspetto interessante nelle parole di Putin: ha spiegato di appoggiare il piano della Cina per una soluzione pacifica alla crisi ucraina, affermando che Pechino ha una piena comprensione di ciò che sta dietro alla crisi. Putin ha detto che la Russia rimane aperta al dialogo e ai colloqui per risolvere il conflitto che dura da più di due anni e che nel piano cinese i princìpi resi pubblici dal presidente Xi Jinping, il mese scorso, tengono conto dei fattori alla base del conflitto. «La nostra valutazione dell’approccio cinese alla soluzione della crisi ucraina è positiva. A Pechino capiscono veramente le cause profonde della crisi e il suo significato geopolitico globale» ha dichiarato, aggiungendo che alcuni punti stabiliti da Xi Jinping nei colloqui avuti di recente con il cancelliere tedesco Olaf Scholz sono «passi realistici e costruttivi che sviluppano l’idea della necessità di superare la mentalità della Guerra fredda».

Dopo le carezze, il presidente russo ha lasciato spazio anche ai pugni. A cominciare dall’ordine internazionale, con critiche feroci a quello che Mosca ritiene l’ordine occidentale. Putin ha spiegato che Russia e Cina hanno posizioni simili o identiche su questioni chiave dell’agenda internazionale. Considerato che ieri la Cina ha alzato – militarmente e giuridicamente – le sue pressioni su Taiwan, la questione dirimente oggi è: la Russia che aggredisce l’Ucraina sta in proporzione alle scelte future della Cina su Taiwan? Dalla risposta su questo tema dirimente, incontri a parte, si potranno comprendere le sorti dell’ordine internazionale.

Di Massimiliano Lenzi

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