Le splendide ragazze iraniane senza velo
Noi siamo con tutte le forze con queste ragazze, dalla prima all’ultima. Lo siamo, perché in loro vediamo e rivediamo ciò che consideriamo scontato, ovvio e immutabile e non lo è
Le splendide ragazze iraniane senza velo
Noi siamo con tutte le forze con queste ragazze, dalla prima all’ultima. Lo siamo, perché in loro vediamo e rivediamo ciò che consideriamo scontato, ovvio e immutabile e non lo è
Le splendide ragazze iraniane senza velo
Noi siamo con tutte le forze con queste ragazze, dalla prima all’ultima. Lo siamo, perché in loro vediamo e rivediamo ciò che consideriamo scontato, ovvio e immutabile e non lo è
Venerdì scorso, durante una maratona amatoriale sull’isola di Kish, decine di atlete hanno corso senza l’hijab obbligatorio, indossando abbigliamento tecnico occidentale.
Le immagini della sfida sono diventate virali, scatenando l’ira di Teheran: la magistratura ha immediatamente arrestato gli organizzatori e aperto fascicoli per “violazione della pubblica decenza”, minacciando di commissariare la Federazione di atletica. È la risposta del regime che teme l’effetto domino di questa nuova, visibilissima disobbedienza civile.
In Occidente, l’episodio è stato accolto come un potente segnale di vitalità del movimento “Donna, Vita, Libertà”, smentendo la narrazione di una protesta ormai sedata. Falso.
Mentre i governi europei osservano con la consueta cautela diplomatica, l’opinione pubblica occidentale celebra queste donne come avanguardia laica contro l’oscurantismo, trasformando una gara podistica in un caso politico globale che imbarazza il regime iraniano.
Noi siamo con tutte le forze con queste ragazze, dalla prima all’ultima. Lo siamo, perché in loro vediamo e rivediamo ciò che consideriamo scontato, ovvio e immutabile e non lo è.
Ce ne stiamo dolorosamente rendendo conto proprio in queste settimane, sottolineando ancora una volta tutti gli scricchiolii fra le due sponde dell’Atlantico.
Proprio sui principi e i diritti, qualcosa che avremmo considerato impossibile e inconcepibile appena una manciata di mesi fa.
Questa è la realtà e allora stiamo molto, ma molto attenti quando si parla di diritti. Onoriamo e difendiamo chi mette a rischio la propria stessa vita per non cedere. Per non arrendersi all’oscurantismo, a tutto ciò che in negazione della libertà. Così ovvi e scontati che li respiriamo come ossigeno e non ci rendiamo più conto – troppo spesso – di doverli difendere ogni mattina.
Non andiamo in strada per queste ragazze, non meritano mobilitazioni e ‘Bella Ciao’ e sono delle eroine della libertà.
Scriviamo questa mattina per loro, per quelle ragazze con cui saremo sempre, ma anche per noi, soprattutto per chi si è distratto e ha deciso di vendersi per un cumulo di menzogne e un tozzo di pane.
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