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L’Iran sacrifica Gaza ma non il Libano

Il discorso tenuto ieri da Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha deluso l’Iran che ha quindi deciso di sacrificare Gaza ma non il Libano
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L’Iran sacrifica Gaza ma non il Libano

Il discorso tenuto ieri da Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha deluso l’Iran che ha quindi deciso di sacrificare Gaza ma non il Libano
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L’Iran sacrifica Gaza ma non il Libano

Il discorso tenuto ieri da Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha deluso l’Iran che ha quindi deciso di sacrificare Gaza ma non il Libano
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Il discorso tenuto ieri da Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha deluso l’Iran che ha quindi deciso di sacrificare Gaza ma non il Libano
Gerusalemme – L’Iran ha deciso di sacrificare Gaza, ma non il Libano. Il tanto aspettato discorso del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha infatti deluso Hamas. Il movimento terroristico a Gaza si aspettava che l’organizzazione sciita, che possiede 160mila missili ad alta precisione, dichiarasse guerra a Israele. Invece, nel suo discorso, Nasrallah non ha nemmeno promesso che ci sarà una guerra, ha semplicemente detto (o meglio urlato) che «tutte le opzioni rimangono aperte». Anche se ha sottolineato di essere in guerra dall’8 ottobre contro Israele, gli attacchi portati avanti da Hezbollah nel Nord di Israele non sono ciò che Hamas vorrebbe. Per il leader di Hezbollah le azioni che il suo movimento sta conducendo al confine con Israele (come il lancio di razzi a non più di 20 km dalla frontiera) avrebbero già un enorme impatto, dato che «quarantadue villaggi israeliani sono stati evacuati» e che una buona parte dell’esercito israeliano è adesso mobilitato al Nord. Per adesso, pertanto, l’intenzione di Hezbollah appare essere semplicemente quella di continuare ad attaccare lungo il confine e non quella di lanciare i 160mila missili, che potrebbero distruggere il 70% di Israele. In questo momento, il leader supremo iraniano Khamenei non è infatti interessato a una escalation militare. Non vuole aprire un fronte che porterebbe la guerra non soltanto in Libano, ma anche in territorio iraniano. Nasrallah, che è un burattino nelle mani di Teheran, ha ripetutamente sottolineato che il suo movimento e l’Iran non avrebbero nemmeno partecipato all’organizzazione del massacro del 7 ottobre, asserendo che è stato deciso e implementato «al cento per cento» soltanto dalle fazioni palestinesi (per poi dire persino che i civili israeliani sono stati uccisi da Israele!). Praticamente, l’Iran ha deciso di lavarsene le mani. In queste ore, nei social media, sono molti i palestinesi che accusano Teheran di volere scappare dopo avere mandato Hamas a iniziare una guerra. Nel suo lungo discorso, Nasrallah ha poi minacciato che il suo movimento è pronto ad agire militarmente se gli Stati Uniti e Israele porteranno avanti un «attacco preventivo» contro il Libano (che secondo lui sarebbe in preparazione). In realtà sono soltanto delle farneticazioni, dato che la flotta statunitense schierata nella regione serve da deterrente e Israele non ha alcuna intenzione di aprire un secondo fronte, prima di chiudere il primo a Gaza. L’Iran ha abbandonato Hamas e questa non è una cosa nuova. Nasrallah conosce bene questa sensazione dato che, nella guerra del Libano del 2006 contro Israele, Teheran lo aveva ‘mollato’. Il leader di Hezbollah è pertanto il primo a non volere una escalation militare, sapendo che i suoi ‘padroni’ a Teheran non si sacrificherebbero per salvarlo.   di Yigal Carmon, presidente del Middle East Media Research Institute (Memri) e consigliere dell’antiterrorismo di due primi ministri israeliani

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