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Londra, nuove dimissioni e vecchie tensioni

Londra – Le dimissioni della deputata laburista Rosie Duffield hanno avuto un forte impatto, alimentando la percezione di instabilità all’interno del partito di governo

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Londra, nuove dimissioni e vecchie tensioni

Londra – Le dimissioni della deputata laburista Rosie Duffield hanno avuto un forte impatto, alimentando la percezione di instabilità all’interno del partito di governo

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Londra, nuove dimissioni e vecchie tensioni

Londra – Le dimissioni della deputata laburista Rosie Duffield hanno avuto un forte impatto, alimentando la percezione di instabilità all’interno del partito di governo

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Londra – Le dimissioni della deputata laburista Rosie Duffield hanno avuto un forte impatto, alimentando la percezione di instabilità all’interno del partito di governo

Londra – Le dimissioni della deputata laburista Rosie Duffield hanno avuto un forte impatto, alimentando la percezione di instabilità all’interno del partito di governo. Potrebbe sembrare sorprendente che una formazione politica appena arrivata al potere con una solida maggioranza possa mostrarsi così frammentata. Tuttavia la realtà è più complessa. Le divisioni all’interno del Labour non sono nuove. L’addio di Duffield è soltanto l’ultimo episodio di una serie di turbolenze che hanno da sempre caratterizzato la leadership di Keir Starmer. Sin dal suo incarico come leader dell’opposizione si sono susseguiti momenti di attrito, segnati da dimissioni di esponenti di spicco e scontri ideologici tra le diverse anime del partito a seguito della virata centrista dello stesso Starmer.

Uno degli episodi più emblematici del difficile rapporto tra il leader e i suoi deputati fu il licenziamento di Sam Tarry nel luglio 2022, dopo che quest’ultimo aveva partecipato a un picchetto durante uno sciopero dei trasporti. Il suo allontanamento aveva messo in luce le divergenze interne sulla questione del sostegno ai sindacati e alle proteste industriali. Soltanto dieci mesi prima un’altra figura di spicco, Andy McDonald, aveva lasciato il suo incarico come segretario ombra per i diritti dei lavoratori e le protezioni. McDonald aveva apertamente criticato la posizione di Starmer sul salario minimo, lamentando una mancanza di impegno su questioni fondamentali per i lavoratori.

Le dimissioni non si sono limitate a figure di alto profilo. Tra il 2020 e il 2023 diversi deputati laburisti di primo piano hanno abbandonato il loro posto a causa di disaccordi su temi politici centrali come la Brexit, Israele e le leggi sulla sicurezza. Alcuni di questi deputati hanno resistito alle direttive del partito, scegliendo di votare contro le posizioni ufficiali di Starmer, in segno di protesta contro quella che percepivano come una deriva moderata. Il caso di Jeremy Corbyn – espulso nel 2020 dal gruppo parlamentare laburista in seguito alla pubblicazione di un rapporto sull’antisemitismo e quattro anni dopo anche dal partito – ha ulteriormente esacerbato le tensioni, evidenziando il tentativo di Starmer di prendere le distanze dall’eredità corbynista e di orientare il partito verso una posizione più centrista.

Le dimissioni di Rosie Duffield si inseriscono in questo contesto già teso. La parlamentare ha spiegato di sentirsi profondamente delusa dalla direzione intrapresa dal Labour, che secondo lei ha abbandonato i suoi princìpi fondamentali. Nella sua lettera di dimissioni Duffield ha attaccato duramente la leadership, criticando la gestione dei finanziamenti, l’accettazione di donazioni di lusso e la decisione di mantenere il limite di due figli sui benefici sociali, che a suo dire perpetua la povertà infantile. Ha inoltre accusato Starmer di avere «un problema con le donne». L’uscita di Duffield riflette una disillusione nei confronti di un partito che, secondo molti critici dell’ala più a sinistra, ha perso il contatto con la sua base elettorale tradizionale. Le sue dimissioni arrivano in un momento delicato per Starmer che, nonostante le vittorie elettorali e il consolidamento della sua leadership, si trova ancora a dover gestire un partito lacerato da divisioni tra corbynisti e forze centriste.

di Alessandra Libutti

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