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Il lutto per la Regina Elisabetta raccontato da un’italiana a Londra

Vivo a Londra da quasi 4 anni e ho visto i festeggiamenti per l’entrata in vigore della Brexit, i grandi eventi per il Giubileo della Regina proprio pochi mesi fa, l’elezione del nuovo Primo Ministro e poi il grande, terribile, annuncio. In questi giorni non c’è religione, non c’è età, non c’è colore: c’è solo una Nazione che sente di aver smarrito la propria guida.

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Il lutto per la Regina Elisabetta raccontato da un’italiana a Londra

Vivo a Londra da quasi 4 anni e ho visto i festeggiamenti per l’entrata in vigore della Brexit, i grandi eventi per il Giubileo della Regina proprio pochi mesi fa, l’elezione del nuovo Primo Ministro e poi il grande, terribile, annuncio. In questi giorni non c’è religione, non c’è età, non c’è colore: c’è solo una Nazione che sente di aver smarrito la propria guida.

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Il lutto per la Regina Elisabetta raccontato da un’italiana a Londra

Vivo a Londra da quasi 4 anni e ho visto i festeggiamenti per l’entrata in vigore della Brexit, i grandi eventi per il Giubileo della Regina proprio pochi mesi fa, l’elezione del nuovo Primo Ministro e poi il grande, terribile, annuncio. In questi giorni non c’è religione, non c’è età, non c’è colore: c’è solo una Nazione che sente di aver smarrito la propria guida.

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Vivo a Londra da quasi 4 anni e ho visto i festeggiamenti per l’entrata in vigore della Brexit, i grandi eventi per il Giubileo della Regina proprio pochi mesi fa, l’elezione del nuovo Primo Ministro e poi il grande, terribile, annuncio. In questi giorni non c’è religione, non c’è età, non c’è colore: c’è solo una Nazione che sente di aver smarrito la propria guida.

Piove, tantissimo. Le gocce d’acqua si mescolano alle lacrime di centinaia, migliaia di persone venute davanti a Buckingham Palace per porgere l’ultimo saluta alla grande Regina. La bandiera è a mezz’asta, il silenzio è assordante. Vivo a Londra da quasi 4 anni e ho avuto l’opportunità di vedere i festeggiamenti per l’entrata in vigore della Brexit, i grandi eventi per il Giubileo della Regina proprio pochi mesi fa, l’elezione del nuovo Primo Ministro e poi il grande, terribile, annuncio. La morte della sovrana più amata o sicuramente rispettata al mondo. Lei, l’unica, l’inimitabile e indimenticabile Regina Elisabetta. Lei che oggi, lentamente, in fila e in silenzio, tutti vengono a salutare. Chi con un biglietto, chi con un mazzo di fiori. Un fiume di persone infinito che scivola da Green Park fino al cancello del Palazzo Reale. C’è coda, ma nessuno si lamenta, nessuno spinge. Sono tutti lì, pronti a far sentire alla famiglia reale, tutto l’affetto del mondo. “Nonostante io non sia inglese mi dispiace e mi sento più emotiva di quanto avessi mai immaginato. La regina è stata una figura sempre presente nella vita di molti di noi, e oggi parlare di un re suona strano, quasi irreale. Ci vorrà un po’ di tempo prima di abituarmi” mi dice Mara, residente a Londra da nove anni. “È una giornata triste. Non sono mai stato un sostenitore della monarchia, ma mi sono emozionato e sono rimasto per ore a guardare speciali in TV” mi racconta Matthew. Non c’è religione, non c’è età, non c’è colore. C’è solo un tutt’uno che si sposta da una parte all’altra di Buckingham Palace, tra poliziotti e personale che aiuta a defluire quella massa silenziosa e un po’ smarrita. “C’è un senso di silenzio, un sentimento diverso rispetto al Giubileo, una Nazione che si sente triste come se avesse perso la guida. Ci sono proprio tutti: scozzesi, dal nord, si sentono tutti gli accenti. – mi racconta Sennait, insegnante all’Istituto Marangoni di Londra – “Rimane la regina di tutti. Era proprio una donna forte. E pensare che la salma non è ancora qui. Chissà cosa succederà al suo arrivo e ai funerali.” Gli sguardi sono tristi, di quella tristezza inaspettata, anche se voluta dalla caducità del tempo. Un giorno la Regina dà la mano al nuovo Primo Ministro, il giorno dopo non c’è più. Ma è ancora lì, in tutta la sua austerità. In ogni piazza, in ogni cartellone, su ogni giornale. “Mi rivolgo a voi oggi con un sentimento di profonda tristezza e dolore”, ha iniziato così il suo discorso alla Nazione il nuovo re Carlo III. “Durante tutta la sua vita, la mia amata madre è stata fonte di ispirazione ed esempio. Ha fatto dei sacrifici, la sua devozione è stata incrollabile. Nei momenti di progresso, di gioia e celebrazione. Ma anche in quelli tristi” e continua “La regina ha servito con devozione e io prometto di fare lo stesso nel rispetto dei principi costituzionali”. Il sovrano ha concluso poi: ”Alla mia cara mamma mentre inizia l’ultimo grande viaggio per raggiungere il mio caro defunto papà, voglio semplicemente dire questo: grazie. Grazie per il vostro amore e devozione alla nostra famiglia e alla famiglia delle nazioni che avete servito così diligentemente in tutti questi anni: possano voli di angeli cantare al tuo riposo”. La Regina è morta, lunga vita al Re. Di Melania Guarda Ceccoli

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