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Terminato il vertice di Ginevra. Teheran: “Possibili concessioni ma avanti con l’uranio arricchito. Favorevoli a proseguire i colloqui con l’Ue”. Missile iraniano su Beer Sheva. A Gaza spari sulla folla: 35 morti

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Proseguono gli attacchi missilistici fra Iran (che colpisce duramente in particolare Beer Sheva) e Israele. Il premier israeliano: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”. Vertice a Ginevra fra il ministro degli Esteri dell’Iran e i suoi omologhi di Regno Unito, Francia e Germania

Beer Sheva

Terminato il vertice di Ginevra. Teheran: “Possibili concessioni ma avanti con l’uranio arricchito. Favorevoli a proseguire i colloqui con l’Ue”. Missile iraniano su Beer Sheva. A Gaza spari sulla folla: 35 morti

Proseguono gli attacchi missilistici fra Iran (che colpisce duramente in particolare Beer Sheva) e Israele. Il premier israeliano: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”. Vertice a Ginevra fra il ministro degli Esteri dell’Iran e i suoi omologhi di Regno Unito, Francia e Germania

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Terminato il vertice di Ginevra. Teheran: “Possibili concessioni ma avanti con l’uranio arricchito. Favorevoli a proseguire i colloqui con l’Ue”. Missile iraniano su Beer Sheva. A Gaza spari sulla folla: 35 morti

Proseguono gli attacchi missilistici fra Iran (che colpisce duramente in particolare Beer Sheva) e Israele. Il premier israeliano: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”. Vertice a Ginevra fra il ministro degli Esteri dell’Iran e i suoi omologhi di Regno Unito, Francia e Germania

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Proseguono gli attacchi missilistici dell’Iran su Israele dove le sirene hanno suonato e i sistemi di difesa aerea sono stati attivati. Cinque israeliani sono rimasti feriti lievemente feriti nell’attacco che ha colpito la città di Beer Sheva, nel sud di Israele, colpita già ieri. Diversi condomini sono stati danneggiati dall’impatto.

”Il nemico sionista viene punito. Viene punito proprio in questo momento”. Lo ha scritto su ‘X’ la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, riferendosi ai nuovi attacchi iraniani lanciati verso Israele.

Teheran ha colpito ieri l’ospedale Soroka di Beer Sheva, distruggendo completamente – secondo direttore generale della struttura, Shlomi Kodesh – diversi reparti. “Ci sono danni ingenti in tutto l’ospedale, negli edifici, nelle strutture in tutto il centro sanitario”, ha detto, ribadendo che i pazienti erano stati trasferiti nei giorni scorsi dal vecchio reparto di chirurgia e che l’edificio era “vuoto quando è stato colpito”.

Oltre Beer Sheva, Araghchi: “Nessun negoziato fino a che Israele ci attacca”

”L’Iran non è disponibile a tenere alcun negoziato mentre continuano gli attacchi israeliani”, ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, secondo quanto riporta Sky News Arabiya, allontanando la prospettiva di negoziati con gli Stati Uniti. Araghchi è atteso oggi a Ginevra per incontrare i suoi omologhi di Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre all’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea.

“Gli americani hanno ripetutamente inviato messaggi nei quali chiedevano in modo serio dei negoziati. Ma abbiamo chiarito loro che finché l’aggressione non cesserà, non ci sarà spazio per la diplomazia e il dialogo”, ha affermato Araghchi, secondo quanto riporta la televisione di Stato iraniana.

Il ministro degli Esteri iraniano ha poi rivolto un appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunisce oggi per discutere della guerra tra Israele e Iran. In particolare, Araghchi ha chiesto che venga applicata la ”Risoluzione 487, adottata all’unanimità in risposta all’attacco del regime israeliano del 1981 all’impianto nucleare iracheno”. Su ‘X’, Araghchi ha sottolineato che ”il testo di tale risoluzione è inequivocabile: qualsiasi attacco militare agli impianti nucleari costituisce un attacco all’intero regime di controlli di sicurezza dell’Aiea e, in ultima analisi, al Tnp”, il Trattato di non proliferazione nucleare. Una risoluzione che stabilisce ”un chiaro standard giuridico contro l’uso o la minaccia della forza contro impianti nucleari sottoposti a controlli di sicurezza”.

Missile su Beer Sheva e altri attacchi iraniani. La risposta di Israele, Netanyahu: “Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”

“Fermeremo il nucleare dell’Iran con o senza Trump”. Lo afferma Benjamin Netanyahu, in un’intervista all’emittente israeliana del circuito Kan.

“Il nostro principale obiettivo è fermare il programma nucleare, eliminare la minaccia – dichiara il premier israeliano – Mentre il secondo obiettivo è fermare la capacità balistiche dell’Iran.”

“Se Trump vuole partecipare o meno è una sua decisione, lui farà ciò che è meglio per gli Stati Uniti. Io farò ciò che è meglio per Israele” dice Netanyahu.

Vertice a Ginevra fra il ministro degli Esteri dell’Iran e i suoi omologhi di Gran Bretagna, Francia e Germania. Presente Kallas

Si sono tenuti a Ginevra i colloqui sul programma nucleare iraniano fra Iran e rappresentanti dell’Ue. Presenti Abbas Araghchi – il ministro degli Esteri iraniano – e i suoi omologhi di Gran Bretagna, Francia e Germania e Kaja Kallas, l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera.

“Siamo stati attaccati nel bel mezzo di un processo diplomatico. Avremmo dovuto incontrare gli americani il 15 giugno per elaborare un accordo molto promettente”. Son le parole pronunciate da Araghchi. Il ministro degli Esteri iraniano ha parlato di “tradimento” del processo diplomatico con gli Usa.

David Lammy, il ministro degli Esteri britannico: “Questo è un momento perioloso”

“Questo è un momento pericoloso ed è estremamente importante che non si assista a un’escalation regionale di questo conflitto. Siamo stati chiari: l’Iran non può avere armi nucleari”. Lo ha dichiarato David Lammy, il ministro degli Esteri britannico, al termine dell’incontro a Ginevra.

Lammy – facendo riferimento alle posizioni sue e degli omologhi europei – ha affermato che nei colloqui “siamo stati chiari sul fatto che l’Iran non può possedere un’arma nucleare. E gli E3 e l’Europa lo sono stati per molti anni”.

E ancora: “Siamo desiderosi di proseguire le discussioni e i negoziati in corso con l’Iran ed esortiamo Teheran a proseguire i colloqui con gli Stati Uniti”.

Araghchi, ha detto Lammy, si è dichiarato pronto a proseguire i colloqui.

“Le discussioni che abbiamo avuto con l’Iran dimostrano che l’escalation regionale non avvantaggia nessuno” ha detto Kaja Kallas, che ha poi aggiunto: “Ecco perché dobbiamo mantenere aperte le discussioni con le Nazioni Unite”. Lo ha reso noto Sky News.

Jean-Noel Barrot, il ministro degli Esteri francese: “Iran disposto a proseguire colloqui su nucleare”

Della stessa linea di Lammy anche Jean-Noel Barrot, il ministro degli Esteri della Francia.

“Il ministro degli Esteri iraniano ha dato la sua disponibilità a proseguire i negoziati” sul programma nucleare e sui soggetti messi sul tavolo. Tra cui “c’è il sostegno ai gruppi terroristici in Medio Oriente e alla Russia”. Sono le parole pronunciate da Barrot.

“Ci aspettiamo dall’Iran un’apertura a questa discussione anche con gli Usa” ha poi aggiunto il ministro degli Esteri francese.

Johann Wadephul, il ministro degli Esteri tedesco: “Consideriamo il programma nucleare iraniano con grande preoccupazione”

“Consideriamo il programma nucleare iraniano con grande preoccupazione. Per la Germania è di fondamentale importanza che gli interessi di sicurezza di Israele siano tutelati. Daremo priorità a questo in tutte le discussioni future”. Lo ha affermato Johann Wadephul, il ministro degli Esteri tedesco.

Wadephul ha aggiunto: “L’intera regione è in una situazione estremamente critica e il nostro obiettivo comune è evitare un’ulteriore escalation e progredire nei negoziati”.

Il coinvolgimento degli Usa nei negoziati con l’Iran “è di fondamentale importanza”, ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco.

A Gaza spari sulla folla: 35 morti

Nel frattempo, a Gaza la situazione rimane terribile. Fonti dell’ospedale di Nuseirat (nella Striscia di Gaza) rendono noto che 35 palestinesi sono morti e altri sono stati feriti. Ciò è accaduto dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco mentre i palestinesi erano in attesa della distribuzione degli aiuti umanitari.

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