La mobilitazione parziale sta spargendo il terrore tra i giovani russi
Su Google Trends c’è stato il boom di ricerche “Come scappare dalla Russia” e “Come rompersi un braccio” dopo la mobilitazione parziale imposta da Putin. Nel frattempo, i media russi nascondono i veri numeri delle vittime e i giovani vengono lasciati completamente soli nella loro paura.
| Esteri
La mobilitazione parziale sta spargendo il terrore tra i giovani russi
Su Google Trends c’è stato il boom di ricerche “Come scappare dalla Russia” e “Come rompersi un braccio” dopo la mobilitazione parziale imposta da Putin. Nel frattempo, i media russi nascondono i veri numeri delle vittime e i giovani vengono lasciati completamente soli nella loro paura.
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La mobilitazione parziale sta spargendo il terrore tra i giovani russi
Su Google Trends c’è stato il boom di ricerche “Come scappare dalla Russia” e “Come rompersi un braccio” dopo la mobilitazione parziale imposta da Putin. Nel frattempo, i media russi nascondono i veri numeri delle vittime e i giovani vengono lasciati completamente soli nella loro paura.
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Su Google Trends c’è stato il boom di ricerche “Come scappare dalla Russia” e “Come rompersi un braccio” dopo la mobilitazione parziale imposta da Putin. Nel frattempo, i media russi nascondono i veri numeri delle vittime e i giovani vengono lasciati completamente soli nella loro paura.
Kyiv – La Duma di Stato della Federazione Russa ha approvato un emendamento per punire la diserzione con condanne fino a 10 anni di reclusione. L’immediata conseguenza segnalata da Google Trends è stata un picco improvviso di ricerche su Internet delle parole chiave “Come scappare dalla Russia” e “Come rompersi un braccio”. Putin ha annunciato una mobilitazione parziale, limitata ai riservisti che hanno prestato servizio nell’esercito. Circa 300mila unità saranno nuovamente mandate a un massacro taciuto, visto che il ministro della Difesa russo Shoigu ha fin qui riconosciuto solo perdite pari a 6mila unità, cioè un decimo dei numeri ritenuti attendibili dai più autorevoli think tank.
Il 90% delle famiglie russe che hanno pagato con la vita dei propri figli il costo della rovinosa campagna d’Ucraina non riceverà altro che silenzio, da parte delle autorità. Questo spiega molte testimonianze raccolte in Ucraina in questi mesi: i russi hanno più volte evitato di ricevere i corpi dei loro soldati durante il triste scambio delle salme concordato tra le parti, che normalmente avviene al confine dei territori occupati. Le perdite russe sono state molto maggiori rispetto a quelle ucraine: per ogni camion refrigerato scambiato alla pari ne rimangono molti altri fermi, carichi dei corpi di soldati invasori. Molti hanno riferito di questo rifiuto da parte russa e del problema della conservazione delle salme, abbandonate per mesi in centinaia di camion che per rimanere refrigerati necessitano di costante rifornimento.
La Russia tace i suoi caduti, i russi tacciono e googlano impauriti su come scappare dal proprio Paese. La paura e il silenzio vanno spesso a braccetto e le testimonianze di molti ucraini che hanno familiari in Russia confermano questo triste assioma. Dopo il 24 febbraio milioni di famiglie si sono trovate separate ai lati opposti di un’invasione. Ascoltando le difficoltà riscontrate dagli intervistati nel convincere parenti e amici in Russia anche dei fatti più elementari di questa guerra, sono rimasto attonito: «È impossibile che la Russia abbia commesso un errore così grande», «La Russia è sempre dalla parte giusta», «Ti sbagli, i media occidentali ti hanno fatto il lavaggio del cervello», «I soldati russi sono in missione di pace e stanno colpendo in maniera molto precisa solo obiettivi militari in cui gli Stati Uniti hanno schierato armi contro di noi», «I civili non vengono toccati, anzi, i nostri ragazzi sono lì per aiutarvi», «Non preoccuparti, nessuno ti farà niente».
Potete capire l’incredulità di chi, vivendo nel terrore dei bombardamenti, si sente dire queste frasi persino dai propri genitori. Rimane sconvolto, devastato. Anche di fronte a foto e video ripresi col proprio smartphone e inviati a parenti e amici in Russia, questi hanno preferito credere alla propaganda diffusa in tv: «Ti sbagli, non mandarmi più queste fesserie scaricate da Internet». Molti russi hanno ancora questa fede incrollabile in un Paese che non potrebbe mai attaccare nessuno per primo o commettere alcun errore. «La Russia non è l’aggressore, è il liberatore. Stai bene? Sì? Allora ciao». Da quel momento, telefono spento per mesi. Così i genitori hanno soffocato nel silenzio la paura dei figli.
di Giorgio Provinciali
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