Moldova nel mirino della Russia, da gennaio stop alle forniture di gas
Gazprom, la principale azienda esportatrice di metano a disposizione di Putin, ha annunciato l’interruzione delle forniture alla Moldova
Moldova nel mirino della Russia, da gennaio stop alle forniture di gas
Gazprom, la principale azienda esportatrice di metano a disposizione di Putin, ha annunciato l’interruzione delle forniture alla Moldova
Moldova nel mirino della Russia, da gennaio stop alle forniture di gas
Gazprom, la principale azienda esportatrice di metano a disposizione di Putin, ha annunciato l’interruzione delle forniture alla Moldova
Gazprom, la principale azienda esportatrice di metano a disposizione di Putin, ha annunciato l’interruzione delle forniture alla Moldova
Mosca torna ad alzare il tiro nei confronti dell’Europa con una delle armi a sua disposizione, quella del gas. Gazprom, la principale azienda esportatrice di metano a disposizione di Putin, ha annunciato l’interruzione delle forniture alla Moldova, candidata all’adesione all’Ue.
Ufficialmente il motivo sarebbero i debiti non saldati. O meglio, che Chisinau «si rifiuta di saldare», si legge nella nota del colosso russo, che si riserva il diritto di intraprendere ulteriori azioni, tra cui rescindere del tutto i contratti con la Moldova. Al momento, infatti, la misura adottata da Gazprom è la chiusura dei rubinetti: dalle 8 mattino del 1° gennaio 2025 il volume di gas pompato ogni giorno verso la Moldova sarà portato a zero metri cubi. Secondo i russi l’importo da pagare da parte di Chisinau sarebbe pari a 700 milioni di dollari, equivalente al 4,1% del Pil nazionale.
Immediata la protesta del premier moldavo Dorin Recean. «Il governo ribadisce di non riconoscere alcun presunto debito, dichiarato non valido da una verifica internazionale». Il contenzioso sul gas tra Mosca e Chisinau risale a prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Ma i rapporti sono ai minimi termini da quando le autorità moldave hanno accelerato nel percorso di integrazione verso l’Ue, culminato con un referendum che ha sancito il sì all’adesione (seppur con uno scarto minimo). La presidente moldava Maia Sandu, fervente europeista, è stata appena confermata per un secondo mandato. E durante le elezioni non sono mancate accuse di ingerenza del Cremlino nell’ex repubblica sovietica.
Di Umberto Cascone
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