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Musk al Pentagono, un pasticciaccio all’americana

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Elon Musk al Pentagono sarà stato informato dei piani contro la Cina in caso di guerra o si sarà discusso soltanto dei tagli alle spese?

Musk Pentagono

Musk al Pentagono, un pasticciaccio all’americana

Elon Musk al Pentagono sarà stato informato dei piani contro la Cina in caso di guerra o si sarà discusso soltanto dei tagli alle spese?

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Musk al Pentagono, un pasticciaccio all’americana

Elon Musk al Pentagono sarà stato informato dei piani contro la Cina in caso di guerra o si sarà discusso soltanto dei tagli alle spese?

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Prima di entrare nel merito del pasticciaccio americano che ieri ha tenuto banco sulla stampa e nella politica americana, una domanda si rende necessaria: per quale ragione un imprenditore privato, straricco, con interessi in Cina, nello spazio, nelle infrastrutture per la sicurezza, nei satelliti, dev’essere ricevuto per un briefing al Pentagono, cuore e polmone della Difesa statunitense? Una risposta probabilmente non ce l’ha neppure Donald Trump, che ieri si è ritrovato con la sua amministrazione a fare i conti con una polemica che poteva tranquillamente essere evitata: sarebbe bastato non invitare Musk al Pentagono.

Detto ciò, veniamo alla ciccia del pasticciaccio all’americana che si è consumato ieri. È accaduto che il quotidiano Usa “The New York Times” (da sempre critico con l’amministrazione Trump e con le sue scelte) abbia lanciato la notizia, citando come fonti due funzionari statunitensi: il Pentagono informerà Elon Musk sui piani degli Stati Uniti nel caso di un potenziale conflitto militare con la Cina.

Il giornale ha anche dettagliato come sarebbe avvenuto il briefing: un vertice top secret con la partecipazione del segretario alla Difesa Pete Hegseth, del presidente ad interim degli Stati maggiori riuniti, l’ammiraglio Christopher Grady, e del responsabile del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti, l’ammiraglio Samuel Paparo. Il quotidiano newyorkese ha ovviamente scritto queste cose prima che si consumasse l’incontro, avvenuto ieri al Pentagono.

Elon Musk sarà stato informato dei piani contro la Cina in caso di guerra o si sarà discusso soltanto dei tagli alle spese, compresi quelli al Pentagono, per snellire i costi della macchina pubblica? Musk ha interessi importanti in Cina, è il patron di una rete come Starlink, è l’uomo di Space X che ha riportato sulla Terra due astronauti bloccati per 9 nove mesi nello spazio, riuscendo in una missione impossibile per la Nasa. Insomma, dovunque ci si giri Elon Musk al Pentagono fa pensar subito a una marea di conflitti di interesse.

Eccolo dunque servito il pasticciaccio, anche se vanno comunque sottolineate le smentite alla notizia data dal “New York Times” riguardo all’informare Elon sui piani Usa nel caso di un potenziale conflitto con Pechino. «Ancora una fake news, quella secondo cui Elon Musk andrà al Pentagono per un briefing su una potenziale guerra con la Cina. Ridicolo.

Della Cina non si parlerà e non si farà neppure menzione» ha detto il diretto interessato. Anche il segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth, che pure ha confermato l’incontro, ha voluto ribadire che la rivelazione del quotidiano newyorkese sarebbe una falsa notizia: «Le fake news colpiscono ancora. Non è un incontro sui “piani di guerra top secret contro la Cina”. Si tratta di un incontro informale su innovazione, efficienza e produzioni più intelligenti».

Diciamolo chiaro: nel 2025 innovazione, produzioni intelligenti e tecnologia sono temi sensibili e riservati per uno Stato, forse non quanto i piani militari contro la Cina in caso Pechino scateni un conflitto, ma quasi. Perché nel risiko del mondo attuale senza produzioni intelligenti e tecnologie d’avanguardia non si vincono le guerre e, in tempi di pace, nemmeno le sfide commerciali. Smentite o no, che pasticciaccio.

di Massimiliano Lenzi 

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