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Elon Musk e Bill Gates

Musk e Gates, due imprenditori che si sognano statisti

Elon Musk e Bill Gates, miliardari militanti politici. Una mutazione che potremmo definire di ‘imprenditori-Stato’
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Musk e Gates, due imprenditori che si sognano statisti

Elon Musk e Bill Gates, miliardari militanti politici. Una mutazione che potremmo definire di ‘imprenditori-Stato’
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Musk e Gates, due imprenditori che si sognano statisti

Elon Musk e Bill Gates, miliardari militanti politici. Una mutazione che potremmo definire di ‘imprenditori-Stato’
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Elon Musk e Bill Gates, miliardari militanti politici. Una mutazione che potremmo definire di ‘imprenditori-Stato’
Hanno fatto soldi e fanno politica. C’è una mutazione ontologica e politica che riguarda, nel nostro tempo, gli imprenditori da una parte e gli Stati – per come li abbiamo conosciuti sinora – dall’altra. Questa mutazione la potremmo definire degli imprenditori-Stato. Fra giovedì e ieri due super miliardari americani – imprenditori che tengono assieme la capacità di fare soldi, la filantropia, l’avanguardia nella ricerca e nella tecnologia – hanno avuto incontri con capi di Stato occidentali e orientali, come fossero dei leader politici. Arrivano dagli Stati Uniti: sono Elon Musk, il patron di Tesla e di Starlink, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft. Il primo ha incontrato giovedì in Italia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani mentre ieri ha visto in Francia il presidente Emmanuel Macron. Al centro di questi incontri vari argomenti: la questione dell’innovazione, le opportunità e i rischi dell’intelligenza artificiale, le regole europee di mercato (di cui Musk ha discusso con la Meloni e Tajani) e l’industria delle batterie elettriche necessarie alla rivoluzione green delle auto (argomento che sta a cuore al presidente francese Macron). Spostandoci dall’Europa alla Cina, vediamo invece che Bill Gates nel suo incontro con Xi Jinping (che molti analisti, in Occidente, hanno letto come un segnale di appeasement degli Usa verso Pechino, un esercizio che spetterebbe al governo e non certo a imprenditori privati) ha toccato parecchi temi in agenda, a conferma dei buoni rapporti fra i due. «Hai partecipato allo sviluppo della Cina e hai fatto molte cose» gli ha riconosciuto Xi Jinping. «Sei un nostro vecchio amico. Credo che il fondamento delle relazioni sino-americane risieda nelle persone e ripongo la mia speranza nel popolo americano». Con tanto di ulteriore chiosa: «Nell’attuale situazione mondiale, possiamo realizzare attività a beneficio dei due Paesi e dell’umanità nel suo insieme». Dal canto suo, Gates si sarebbe detto «entusiasta» di essere in Cina, anche per parlare di argomenti che gli interessano come il cambiamento climatico, le disparità a livello globale sul piano sanitario e i problemi riguardanti l’accesso al cibo. Che i miliardari parlino col potere è consuetudine antica. Che il loro ruolo sia anche politico e di indirizzo sui temi principali con cui il mondo si misura assai meno. Soprattutto se questi miliardari non sono mai stati eletti con il voto dei cittadini nel loro Paese. Rifletterci. di Massimiliano Lenzi

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