Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Musk esce di scena (forse)

|

L’annuncio tanto atteso per la fine della collaborazione alla guida del DOGE è arrivato in uno dei momenti più delicati per Elon Musk

Musk esce di scena (forse)

L’annuncio tanto atteso per la fine della collaborazione alla guida del DOGE è arrivato in uno dei momenti più delicati per Elon Musk

|

Musk esce di scena (forse)

L’annuncio tanto atteso per la fine della collaborazione alla guida del DOGE è arrivato in uno dei momenti più delicati per Elon Musk

|

Verrebbe da citare il vecchio adagio “C’eravamo tanto amati”. Se non fosse che il rapporto tra Donald Trump e Elon Musk non è esattamente un divorzio, anche se così potrebbe sembrare. Forse assomiglia di più a una separazione consensuale, alla condizione dei coniugi che dormono in stanze diverse. Che tra i due ci sia stato un allontanamento, che poi ha portato all’ufficializzazione, con una conferenza stampa ad hoc, è chiaro. Ma non andrebbe neppure dimenticato che forse non si erano mai giurati amore eterno. La collaborazione del patron di Tesla aveva comunque una data di scadenza fin dalla sua firma. Che guarda caso coincide con l’uscita di scena (ma “Mai dire mai”) di Musk. È stato lui stesso, infatti, davanti ai giornalisti, a ricordare che il suo incarico prevedeva una durata di 134 giorni.

Di sicuro il tempismo e gli effetti collaterali dell’incarico alla guida del DOGE (Department of Government Efficiency), il Dipartimento creato da Trump per migliorare l’efficienza dell’amministrazione federale, non ha giovato all’eclettico imprenditore. Dal momento che è arrivata insieme alle notizie su un presunto uso di ketamina, ecstasy e funghi allucinogeni. E dopo la perdita dei titoli delle sue società.

Lui, Elon Musk, è rimasto per tutto il tempo della conferenza stampa nello studio ovale della Casa bianca, in piedi (mentre il Presidente era seduto alla sua scrivania). Spesso a braccia incrociate. Con un abito nero, ma t-shirt su cui si intravedeva la scritta Dogefather e un cappellino nero con la scritta DOGE. Quasi come un insegnante e il suo allievo. Di cui Trump ha in effetti elogiato i risultati, proprio come uno studente modello alla lettura della pagella.

«Il servizio di Elon all’America non ha eguali nella storia moderna». «È uno dei più grandi imprenditori al mondo». E ancora: «Ci vorranno anni per ricostruire il sistema ma abbiamo iniziato», ha sottolineato Trump. Parlando anche di un “cambiamento colossale” rispetto a quella che ha definito la “vecchia gestione” dell’Amministrazione. Il capo della Casa Bianca, proprio come sui dazi, ha instillato il dubbio di una possibile retromarcia per l’imprenditore. Ha detto di essere convinto che «non se ne andrà davvero» e di avere la sensazione che «andrà avanti e indietro». Perché il DOGE è «il suo bambino».

Elencando i risultati, Trump ha risparmi resi possibili dal Dipartimento. Senza risparmiare un po’ di ironia sui fondi tagliati a paesi come Burma o Uganda tramite l’USAID, l’Agenzia americana per gli aiuti all’estero. Resta il fatto che, a fronte di un obiettivo di riduzione dei costi di 1.000-2.000 miliardi, annunciato da Trump in campagna elettorale, ad oggi il sito di DOGE indica un calo di soli 175 miliardi. Che però, secondo molti esperti, sarebbe in realtà anche inferiore (non oltre i 150 miliardi).

Certo, sia Trump che Musk hanno parlato di continuità. DOGE proseguirà nella sua attività e il patron di SpaceX, Tesla e della piattaforma X dovrebbe proseguire il sodalizio con il Presidente in qualità di “consulente”. Nessuna traccia, quindi, di screzi, come invece avevano lasciato intendere le indiscrezioni delle scorse settimane. Voci più o meno confermate che lo davano per “deluso” dalla politica di Trump. Che avrebbe “aumentato il deficit” mettendo a rischio il lavoro del Dipartimento per l’Efficienza del Governo. Musk si sarebbe sentito il “capro espiatorio di tutto quello che accade”.

Che sia l’inizio di un nuovo capitolo? Per ora Musk dovrà concentrarsi presumibilmente sul rilancio delle sue aziende. Tesla prima di tutte, dopo le perdite sul mercato e i boicottaggi, che hanno anche portato a decidere per sconti eclatanti sul prezzo dei mezzi elettrici. Come il Cybertruck, di cui ci si aspettavano più vendite. Forse il tempo e la lontananza dai riflettori placherà anche le polemiche riguardo il presunto consumo di droghe, durante la campagna elettorale per il secondo mandato presidenziale, di cui ha scritto il New York Times. Da Musk e dai suoi legali, per ora, la risposta è solo un silenzio assordante.

Di Eleonora Lorusso

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

L’Ucraina umilia l’aviazione russa: 40 bombardieri distrutti in basi a migliaia di chilometri dal fronte

01 Giugno 2025
Nemmeno la propaganda di Putin riesce a nascondere l’incredulità: «Molti bombardieri strategici …

Polonia al voto per il ballottaggio delle elezioni presidenziali

01 Giugno 2025
Seggi aperti in Polonia per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. A sfidarsi saranno Raf…

Meloni, l’Occidente e i nuovi equilibri da ricostruire

01 Giugno 2025
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando delle relazioni internazionali globali, ha …

Gaza e il placebo Witkoff

31 Maggio 2025
L’ultima presunta proposta dell’inviato Usa Steve Witkoff, immobiliarista scopertosi diplomatico…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI

    Exit mobile version