
Nanterre, è rivolta sociale per la morte di Nahel
250 arresti, 667 persone in stato di fermo e 249 agenti di polizia feriti. Macron convoca per oggi una seconda riunione dell’unità di crisi interministeriale
| Esteri
Nanterre, è rivolta sociale per la morte di Nahel
250 arresti, 667 persone in stato di fermo e 249 agenti di polizia feriti. Macron convoca per oggi una seconda riunione dell’unità di crisi interministeriale
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Nanterre, è rivolta sociale per la morte di Nahel
250 arresti, 667 persone in stato di fermo e 249 agenti di polizia feriti. Macron convoca per oggi una seconda riunione dell’unità di crisi interministeriale
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250 arresti, 667 persone in stato di fermo e 249 agenti di polizia feriti. Macron convoca per oggi una seconda riunione dell’unità di crisi interministeriale
A Nanterre è in corso una vera rivolta sociale. Ad accendere la miccia la morte del giovane 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto francese per non essersi fermato ad una richiesta di controllo il 27 giugno a Place Nelson – Mandela. Ed è proprio in quel luogo che circa 6.200 persone sono scese in strada per manifestare, osservando un minuto di silenzio al termine della “marcia bianca”, guidata dalla madre di Nahel, e partita dal quartiere residenziale Pablo Picasso.
Gli scontri tra i manifestanti e la polizia sono esplosi davanti al tribunale di Nanterre, degenerando sempre più: 250 arresti, 667 le persone in stato di fermo e 249 gli agenti di polizia feriti. Solo questa notte la polizia francese ha dispiegato oltre 40.000 agenti in vista delle rivolte, poi verificatesi. Il poliziotto francese che ha ucciso Nahel è ora agli arresti in attesa del processo, per lui l’accusa è di omicidio volontario.
Intanto, il presidente francese Macron ha convocato una seconda riunione dell’unità di crisi interministeriale, che presiederà proprio oggi a Parigi alle ore 13; obbligandolo così a rientrare anticipatamente da Bruxelles, dove è in corso il vertice europeo. Le manifestazioni, inoltre, si sono diffuse a Lille, Tolosa e Fresnes, oltrepassando persino i confini nazionali della Francia e arrivando a Bruxelles.
La morte di Nahel è stato il pretesto per riaccendere la miccia del malcontento, legato ai problemi di integrazione, già espressa in passato. Un’occasione per le frange estremiste delle banlieue per mettere a ferro e fuoco la città.
Di Claudia Burgio
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