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Orbán dichiara guerra alla società civile

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“Le cimici sono sopravvissute all’inverno” ma “arrivano le pulizie di Pasqua” attacca Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese si riferisce a “politici, giudici, giornalisti, false Ong e attivisti”, “servi di Bruxelles» comprati da “dollari sporchi”

Orbán dichiara guerra alla società civile

“Le cimici sono sopravvissute all’inverno” ma “arrivano le pulizie di Pasqua” attacca Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese si riferisce a “politici, giudici, giornalisti, false Ong e attivisti”, “servi di Bruxelles» comprati da “dollari sporchi”

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Orbán dichiara guerra alla società civile

“Le cimici sono sopravvissute all’inverno” ma “arrivano le pulizie di Pasqua” attacca Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese si riferisce a “politici, giudici, giornalisti, false Ong e attivisti”, “servi di Bruxelles» comprati da “dollari sporchi”

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«Le cimici sono sopravvissute all’inverno» ma «arrivano le pulizie di Pasqua» attacca Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese si riferisce a «politici, giudici, giornalisti, false Ong e attivisti», «servi di Bruxelles» comprati da «dollari sporchi». Non sono frasi rubate da un cronista o registrate da un collaboratore infedele. È il discorso nero su bianco pronunciato dal leader ungherese il 15 marzo per le celebrazioni dei moti del 1848. Orbán non parla a caso, misura con cura ogni uscita ufficiale. Le “cimici” di oggi fanno eco agli “scarafaggi” di ieri, termine con cui venivano apostrofati gli oppositori del socialismo reale. E qualche anno prima gli ebrei, quando Budapest era nazista.

Orbán ha anche un’altra caratteristica: mette in pratica ciò che dice. E detto, fatto. La ‘pulizia’ è iniziata. Il 18 marzo il Parlamento ha approvato modifiche a tre leggi per lasciare alla discrezionalità della polizia il giudizio su manifestazioni con «scopo di diffondere contenuti vietati ai minori». In Ungheria dal 2021 sono vietati agli under 18 i contenuti che «promuovono o rappresentano la divergenza dall’identità di nascita, il cambiamento di genere o l’omosessualità». Risultato: il trentesimo Pride di Budapest non si farà. O non sarà l’evento pubblico che è stato. Se qualcuno vorrà comunque organizzarlo o anche solo prendervi parte, sono previste multe pari a 500 euro a persona. E non c’è scampo. Il Parlamento ha infatti esteso il riconoscimento facciale anche per manifestazioni non autorizzate, prima previsto solo contro reati gravi. Con buona pace dell’AI Act.

Se è vero che Viktor Orbán fa seguito alle proprie dichiarazioni, è anche vero che gli ultimi mesi hanno visto un’accelerazione. Forse sente di avere mano libera ora che i suoi riferimenti politici, Trump e Putin, sono a un passo dallo stringersi la mano. Ma gli analisti leggono queste mosse come un tentativo di distrarre le persone dai problemi quotidiani. La sospensione di un miliardo di euro di fondi europei a partire dal 1 gennaio 2025 non aiuta la recessione tecnica con cui si è chiuso l’anno scorso. Inoltre l’inflazione rispetto a febbraio del 2024 è salita del 5,6%. Picchi del 44,3% sulla farina, 27,5% sull’olio da cucina e 22,5% sul latte. E la recente introduzione di un tetto ai prezzi di alcuni alimenti rischia di produrre quanto già visto in passato: rialzi su altri prodotti.

C’è però chi imputa la ‘fretta’ di Orbán al peggioramento della sua salute, su cui chiede chiarimenti anche Péter Magyar, fuoriuscito dal partito del premier e oggi principale oppositore. Il viaggio privato di 14 giorni in India a gennaio ha sollevato molti dubbi. Un interesse storico-culturale verso le esplorazioni di Vasco da Gama, così ha giustificato la trasferta il leader ungherese. E riguardo alla presenza del guru ayurvedico Krishna Kumar, che organizza tour di purificazione da Budapest al Kerala, «è l’unico indiano che conosco che parla ungherese». Non è passato inosservato però come l’aspetto fisico di Orbán sia cambiato in pochi mesi. Il pesante fondotinta e il divieto per i fotoreporter indipendenti di immortalare il premier da vicino durante il “discorso delle cimici” aggiunge spazio a ogni speculazione.

Sarà il caso di chiedere rassicurazioni al ministro Matteo Salvini? Ieri a Budapest ha ricevuto dalle mani di Viktor Orbán il premio Hunyadi, riconoscimento riservato a chi ha forti affinità politiche con il governo ungherese.

di Giacomo Ferrara

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