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Panama corre sul Canal Seco

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Siccità manda in tilt il Canale di Panama. Il Messico rilancia scendendo in campo con un maxi treno merci full container

Panama corre sul Canal Seco

Siccità manda in tilt il Canale di Panama. Il Messico rilancia scendendo in campo con un maxi treno merci full container

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Panama corre sul Canal Seco

Siccità manda in tilt il Canale di Panama. Il Messico rilancia scendendo in campo con un maxi treno merci full container

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La siccità manda in tilt il Canale di Panama? Nessuna paura per lo stallo di uno dei principali colli di bottiglia dei traffici mondiali: adesso il Messico scende in campo con un maxi treno merci full container che fa concorrenza alle navi. Il “Canal Seco” connette infatti via terra i due porti messicani di Coatzacoalcos e di Salina Cruz mettendo così in collegamento l’Oceano Pacifico con quello Atlantico.

Sotto l’aspetto geopolitico il Canale di Panama è uno snodo fondamentale del commercio internazionale, specialmente oggi che la logistica è diventata la vera ‘signora delle merci’, con il ritorno al gigantismo navale e a una specie di oligopolio mondiale delle compagnie nel settore delle portacontainer. Ma perché il Canale di Panama è così importante? Attraverso l’istmo passa il 40% dei beni di consumo scambiati tra la East Coast americana e l’Asia Nord-orientale. Il sistema è andato in crisi (con cali dei traffici fino al 45%) quando, in seguito al global warming e alla siccità, non c’è stata abbastanza acqua per alimentare le varie chiuse (tra l’altro potenziate dall’italiana Webuilt) che permettono appunto il sollevamento delle navi dal livello degli oceani al lago Gatun (intermedio rispetto ai due mari) e viceversa, in un tempo inferiore alle due ore. Infatti Panama, a differenza di Suez, ha le chiuse. A cavallo fra Pacifico e Atlantico, per una lunghezza di 81,2 chilometri, il Canale si ‘arrampica’ con un sistema a pompe idrauliche fino al lago Gatun. La messa in funzione del nuovo set di chiuse del Canale di Panama rappresenta una rivoluzione per il commercio marittimo. Le navi attraversano tre paratoie: Miraflores, Pedro Miguel e appunto Gatun. Un sistema ingegnoso abbassa gli scafi utilizzando la gravità. Il viaggio attraverso il Canale di Panama dura circa 8-10 ore in totale.

Quali sono le cause della crisi? I già accennati cambiamenti climatici, resi ancor più insostenibili dall’influenza del fenomeno meteorologico chiamato “El Niño” (che provoca il riscaldamento delle acque del Pacifico). Come in ogni crisi, anche questa nasconde però un’opportunità. E così il Messico non se l’è fatto dire due volte: ha preso la palla al balzo per mettere in piedi un collegamento ferroviario full container fra i due oceani. Il treno merci si chiama, guarda caso, “Canal Seco” e farà una forte concorrenza a Panama. I porti di partenza e arrivo sono già stati individuati, così come i 2,8 miliardi di dollari di investimento necessari per la linea ferrata lunga 308 chilometri che attraversa l’istmo fra il Golfo del Messico e l’Oceano Pacifico. La nuova infrastruttura – che ricalca una linea ferroviaria di oltre un secolo fa caduta in disuso – è percorribile in sei ore e mezza, quindi meno delle 8-10 che servono di solito per attraversare il Canale di Panama (tempi di carico e scarico esclusi). Pure Claudia Sheinbaum – la nuova presidente nonché prima donna leader di quel Paese – sostiene l’iniziativa. Rispetto ai tanti progetti proposti negli anni, il piano messicano vive senza influenze mal digerite come quella cinese: Pechino avrebbe infatti voluto finanziare un altro “Canal Seco”, quello che avrebbe collegato il Pacifico al Mar dei Caraibi passando per Bogotà e terminando a Cartagena. Ma quell’alternativa non è mai stata realizzata. Non sono andati in porto, è il caso di dirlo, neanche canali ‘alternativi’ come quello lanciato nel 2016 in Costa Rica e per il quale aveva mostrato interesse l’Arabia Saudita. Chiaramente gli Stati Uniti avrebbero mal visto la concorrenza di entrambi i Paesi. Dunque il “Canal Seco” messicano è una valida opzione, anzi una svolta attesa da tempo per via del sovraffollamento del Canale di Panama.

Di Franco Vergnano

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