Il governo di Bolsonaro pianifica la costruzione e l’avviamento di due nuove centrali nucleari. Il futuro del Brasile pare essere nell’atomo.
Il futuro del Brasile è nell’atomo. La sfida globale, da qui al 2050, è rappresentata dall’azzeramento di fonti energetiche inquinanti. Una priorità indicata anche sull’agenda politica del presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Il governo del Paese sudamericano, per abbattere le emissioni di CO2, ha pianificato una serie di investimenti per la costruzione di nuove centrali nucleari grazie a una delle riserve di uranio più grandi al mondo.
L’energia nucleare non emette anidride carbonica nell’atmosfera e rappresenta un’alternativa pulita. A livello internazionale il dibattito fra chi vuole o non vuole utilizzare questo tipo di risorsa è ancora aperto. La certezza scientifica è che l’uranio, nonostante non sia una risorsa rinnovabile, a differenza di combustibili fossili come petrolio, carbone e gas naturale non contribuisce al surriscaldamento globale.
Attualmente il Brasile ha due centrali nucleari – Angra 1 e Angra 2 – ad Angra dos Reis, nello Stato di Rio de Janeiro. Gli impianti sono responsabili della generazione del 3% dell’energia distribuita nel Paese. Poca cosa. Per questo l’esecutivo di Bolsonaro vuole avanzare su due fronti per aumentare la capacità energetica nel settore. In primo luogo, la società elettrica brasiliana Eletrobras, la più grande del Sud America, ha avviato la ripresa dei lavori sull’impianto Angra 3, la terza centrale nucleare del Paese, iniziati nel 1984 ma fermi dal 2015 a causa di alcune vicissitudini legali. Successivamente, il governo punta alla costruzione di un altro impianto, con l’inizio dei lavori previsto per il 2031. Secondo le previsioni, la nuova centrale avrà la capacità di generare un gigawatt di potenza sufficiente per rifornire una città con 1,5 milioni di abitanti.
Aquilino Senra, docente di Ingegneria nucleare dell’Università Federale di Rio de Janeiro, ha sottolineato come l’energia nucleare sia correlata alla crescita economica. Ecco perché l’atomo, dopo un periodo di recessione aggravato dalla pandemia del Covid, aiuterà il Brasile a entrare in un nuovo circolo virtuoso. «Non si può rinunciare alle fonti disponibili», ha detto l’esperto all’agenzia di stampa “Sputnik Brasil”. «Qualsiasi pianificazione energetica deve considerare tutte le possibilità». Il Brasile può vantare l’ottava riserva di uranio più grande al mondo. La materia prima non manca. «L’energia nucleare è stabile e fornisce sicurezza di approvvigionamento» ha aggiunto Senra. «Una solida base consente l’ingresso di fonti eoliche e solari, rendendo il sistema più robusto».
di Filippo Merli
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Tag: esteri
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