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Perché la fine di Navalny ci riguarda tutti

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Chi lotta per la libertà ed è pronto a sacrificare se stesso ci affascina, ci da coraggio. Navalny non è da santificare ma da onorare per la sua lotta

Perché la fine di Navalny ci riguarda tutti

Chi lotta per la libertà ed è pronto a sacrificare se stesso ci affascina, ci da coraggio. Navalny non è da santificare ma da onorare per la sua lotta
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Perché la fine di Navalny ci riguarda tutti

Chi lotta per la libertà ed è pronto a sacrificare se stesso ci affascina, ci da coraggio. Navalny non è da santificare ma da onorare per la sua lotta
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Perché ha colpito così tanto la notizia della morte di Alexei Navalny? Grande oppositore di Vladimir Putin, ci mancherebbe, soprattutto l’uomo ricco, potente, che – come scrivevamo ieri – mette a rischio letteralmente tutto di sé e del suo mondo per opporsi a chi immensamente più potente di lui lo era e a rigor di logica lo sarebbe rimasto. Nonostante tutti gli sforzi, l’impegno e anche i denari e le influenze profuse. Anche per ambizioni personali, questo non va mai dimenticato: perché il potere non esercita un fascino perverso e potentissimo solo sui “cattivi” della storia e di questa storia in modo particolare. Navalny era attratto dal potere, lo aveva esercitato sia pur in forme diverse. Non era certo madre Teresa di Calcutta, eppure la sua scomparsa – a valle di una storia tragica e insostenibile per la violenza fatta a ogni idea di Stato di diritto, diritto della persona, verità e giustizia – ha colpito profondamente pur non potendo certo sorprendere nessuno. La stessa sua tragica fine era palesemente segnata da tempo, ormai. Perché, nonostante tutto e alla faccia di chi continua a coltivare con cinismo rivoltante l’ammirazione per gli “uomini forti“ di turno, le “democrature” e altre boiate del genere, chi lotta per la libertà ed è pronto a sacrificare se stesso ci affascina, ci dà coraggio. Trasmette un’idea di forza e la convinzione che alla fine le cose sapranno trovare la loro strada verso un esito migliore. Non il migliore in assoluto, sia chiaro, ma pur sempre preferibile a chi ha svenduto umanità e dignità. Il che non significa santificare nessuno, tantomeno Alexei Navalny, ma onorare la sua lotta e il suo coraggio. Di Fulvio Giuliani

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