Piccione viaggiatore corriere della droga
| Esteri
In Canada un piccione viaggiatore è stato sorpreso a volare con un bagaglio pieno di metanfetamine legato sul dorso. A scoprirlo sono state le guardie carcerarie del Pacific Institution di Abbotsford
Piccione viaggiatore corriere della droga
In Canada un piccione viaggiatore è stato sorpreso a volare con un bagaglio pieno di metanfetamine legato sul dorso. A scoprirlo sono state le guardie carcerarie del Pacific Institution di Abbotsford
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Piccione viaggiatore corriere della droga
In Canada un piccione viaggiatore è stato sorpreso a volare con un bagaglio pieno di metanfetamine legato sul dorso. A scoprirlo sono state le guardie carcerarie del Pacific Institution di Abbotsford
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Si tratta di uno dei più antichi messaggeri al mondo, ma mai nella storia moderna era accaduto che fosse usato come corriere della droga in prigione. Almeno fino a qualche giorno fa. In Canada un piccione viaggiatore è stato infatti sorpreso a volare con un bagaglio pieno di metanfetamine legato sul dorso. A scoprirlo sono state le guardie carcerarie del Pacific Institution di Abbotsford (British Columbia) che lo scorso 9 gennaio hanno colto l’animale in flagranza di reato mentre trasportava ben 30 grammi di crystal meth in uno dei cortili recintati della struttura che i prigionieri frequentano durante l’ora d’aria.
Non è ancora chiaro chi abbia organizzato l’inusuale traffico aereo. Eppure, più che il semplice fatto di cronaca, ad attirare l’attenzione degli addetti ai lavori è la modalità d’azione dei contrabbandieri. Già un secolo fa si era diffusa la notizia di un piccione che attraversava il Nord America, dal Messico al Texas, con delle capsule piene di cocaina legate alle zampe; negli anni successivi il fenomeno aveva preso piede anche in Europa e in Asia. L’ingresso del volatile in un istituto di pena costituisce peraltro una novità capace di cambiare il modo con cui le autorità penitenziarie del mondo intero cercano di contrastare il transito illecito non solo di sostanze stupefacenti ma anche di qualsivoglia oggetto (come i cellulari) il cui uso in carcere è vietato.
L’interesse delle forze d’intelligence si è recentemente concentrato sulla ricerca di droni quali principali mezzi di transito di droga all’interno delle prigioni – è del 2021 il sequestro nel carcere di Avellino di un drone che trasportava mezzo chilogrammo di hashish – ma sembrerebbe che ora l’inasprimento dei controlli su questi apparecchi tecnologici abbia convinto la criminalità organizzata a ricorrere a sistemi “vecchio stile”. E cosa c’è di più vecchio del piccione viaggiatore che gli egizi e i persiani impiegavano già tremila anni fa? Senza dimenticare il ruolo strategico di questi pennuti in guerra: durante entrambi i conflitti mondiali ne furono utilizzati migliaia per inviare messaggi. Del resto, l’uccello ha una minore probabilità di esser notato rispetto al dispositivo volante. Una buona ragione per ripensare i metodi di sorveglianza.
Di Giorgia Spitoni
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Tag: Evidenza
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