Pride, l’orgoglio europeo sfida Orbàn
Pensare di vietare il Pride è stupido, ancor prima che antidemocratico. La libertà non esiste senza rispetto e reciprocità

Pride, l’orgoglio europeo sfida Orbàn
Pensare di vietare il Pride è stupido, ancor prima che antidemocratico. La libertà non esiste senza rispetto e reciprocità
Pride, l’orgoglio europeo sfida Orbàn
Pensare di vietare il Pride è stupido, ancor prima che antidemocratico. La libertà non esiste senza rispetto e reciprocità
Pensare di vietare il Pride è stupido, ancor prima che antidemocratico. Una legittima manifestazione di costumi sessuali e non solo, al pari delle altrettanto legittime critiche e dei distinguo che non sono mai mancati. Tanto per cominciare nella stessa comunità LGBTQ.
Libertà è libertà: di manifestare, di esprimere la propria sessualità od ostentarla, nasconderla e persino negarla. Libertà è l’esatto opposto delle pretese autoritarie del premier ungherese Viktor Orbán, che si illude di moralizzare la vita pubblica riducendola a specchio di ciò che piace a lui.
Bene fanno gli europei ad alzare la voce, bene fanno anche i nostri politici a portare il proprio dissenso democratico nelle vie di Budapest. Così come va difesa da un moralismo spiccio e un po’ bigotto la libertà di critica di quelle stesse pratiche e ostentazioni che Orbán vorrebbe semplicemente proibire.
La libertà non esiste senza rispetto e reciprocità e oggi – con buona pace del vicepresidente Usa JD Vance – non c’è terra al mondo più libera d’Europa.
di Fulvio Giuliani
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