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Balle sulle pensioni

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Chi protesta in Francia non vuole vedere la realtà. Pensare di continuare con un sistema pensionistico studiato negli anni ’60 e ’70 è una pretesa sulle spalle dei giovani

Balle sulle pensioni

Chi protesta in Francia non vuole vedere la realtà. Pensare di continuare con un sistema pensionistico studiato negli anni ’60 e ’70 è una pretesa sulle spalle dei giovani
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Balle sulle pensioni

Chi protesta in Francia non vuole vedere la realtà. Pensare di continuare con un sistema pensionistico studiato negli anni ’60 e ’70 è una pretesa sulle spalle dei giovani
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La Francia si incendia, il presidente Emmanuel Macron è indiscutibilmente l’uomo più odiato del Paese e – in perfetto stile francese, questo va detto – decine di migliaia di persone mettono a ferro e fuoco Parigi e i suoi luoghi simbolo, trascendendo in vandalismo e violenza. Perché sulle pensioni non si scherza. Vero, ma non solo nel senso caro ai manifestanti – pronti a tutto pur di mettersi di traverso a una legge che porta l’età pensionabile da 62 a 64 anni e cancella alcuni privilegi e squilibri per cui si dovrebbe festeggiare (leggete bene, da 62 a 64, non certo un trauma epocale). Non si scherza, perché i Paesi che fanno sempre meno figli e in cui – grazie al cielo – si vive sempre più a lungo e in buona salute pensare di poter andare in pensione appena compiuti i sessant’anni (non basando l’assegno sui contributi versati, ma su metodi pensati negli anni ‘60 e ‘70) è pura follia. È un imbroglio, è una truffa a carico dei nostri figli e dei nostri nipoti. Antipatico a scriversi e a leggersi? Sempre più dignitoso di raccontar balle, come continuano a fare in tanti al di qua e al di là delle Alpi. Conti a parte, proprio perché il concetto di “lavoro“ oggi è radicalmente cambiato nei tempi, nei modi, nei luoghi, negli obiettivi, è sinceramente ipotizzabile come sogno di una vita non far più nulla compiuti i 62 anni? Lasciamo da parte i lavori usuranti e fisicamente duri – un capitolo a parte e numericamente sempre meno significativo – per chi scrive parliamo di nove anni a partire da oggi e un po’ ci scappa da ridere. Intendiamoci, se lo si decide, se si sono versati contributi sufficienti, se non si grava sul sistema e soprattutto sui figli, i soldi sono tuoi e ci fai quello che vuoi. In pensione ci vai anche a cinquant’anni, massima libertà. È il pretendere di andarci sulle spalle degli altri, fregando la vita e il futuro ai più giovani che fa girare pesantemente le scatole. In Francia, come in Italia. Eppure i violenti di Place de la Concorde riscuotano una certa simpatia. Gente che vandalizza il futuro e le nuove generazioni, fra la buona disposizione se non gli applausi di una stampa pronta a raccontare sempre solo un pezzo della verità. La stessa che poi si lamenta per le scarse prospettive dei giovani. Abituata a guardare l’ombelico e a vendere futuro e dignità per un trend. Di Fulvio Giuliani

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