Puntano le imprese tedesche dopo quelle italiane
Dopo gli imprenditori italiani, Vladimir Putin mette nel mirino anche quelli tedeschi, offrendo ai dirigenti delle grandi aziende l’occasione di un incontro virtuale diretto. Un faccia a faccia nel quale approfondire passato e futuro delle relazioni commerciali fra i due Paesi e fare il punto sulle crisi internazionali.
| Esteri
Puntano le imprese tedesche dopo quelle italiane
Dopo gli imprenditori italiani, Vladimir Putin mette nel mirino anche quelli tedeschi, offrendo ai dirigenti delle grandi aziende l’occasione di un incontro virtuale diretto. Un faccia a faccia nel quale approfondire passato e futuro delle relazioni commerciali fra i due Paesi e fare il punto sulle crisi internazionali.
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Puntano le imprese tedesche dopo quelle italiane
Dopo gli imprenditori italiani, Vladimir Putin mette nel mirino anche quelli tedeschi, offrendo ai dirigenti delle grandi aziende l’occasione di un incontro virtuale diretto. Un faccia a faccia nel quale approfondire passato e futuro delle relazioni commerciali fra i due Paesi e fare il punto sulle crisi internazionali.
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Dopo gli imprenditori italiani, Vladimir Putin mette nel mirino anche quelli tedeschi, offrendo ai dirigenti delle grandi aziende l’occasione di un incontro virtuale diretto. Un faccia a faccia nel quale approfondire passato e futuro delle relazioni commerciali fra i due Paesi e fare il punto sulle crisi internazionali.
Berlino – Dopo gli imprenditori italiani, Vladimir Putin mette nel mirino anche quelli tedeschi, offrendo ai dirigenti delle grandi aziende l’occasione di un incontro virtuale diretto. Un faccia a faccia nel quale approfondire passato e futuro delle relazioni commerciali fra i due Paesi e fare il punto sulle crisi internazionali, a cominciare da quella che si sta sviluppando sul fronte orientale dell’Europa. Per gli industriali, l’opportunità di un colloquio diretto con il capo di uno dei mercati più importanti per l’export tedesco e del Paese al momento decisivo per i rifornimenti di gas. Per il capo del Cremlino, una seconda possibilità di uscire dall’isolamento e di infilare, con un colpo mediatico, un nuovo bastone negli ingranaggi non proprio oliati della compattezza occidentale.
E come avvenuto in Italia qualche giorno fa, anche in Germania monta la polemica. A organizzare l’incontro – originariamente previsto in questi giorni, poi rinviato al 3 marzo – è l’Ost-Auschuss der Deutschen Wirtschaft, il Comitato per le relazioni economiche con l’Europa orientale, un’associazione di lunga tradizione che rappresenta le aziende tedesche impegnate sui mercati est-europei. Ne fanno parte, fra le tante medie e piccole, anche imprese del calibro di Allianz, Sap, Siemens, Volkswagen o Basf, insomma il gotha dell’industria tedesca. Non è un’organizzazione misteriosa, ma da 70 anni il principale canale lobbistico che lega Berlino alle capitali dei Paesi dell’Europa orientale e dell’Asia centrale.
Le polemiche tedesche ricalcano esattamente quelle scoppiate in Italia per l’incontro in analogo formato fra Putin e i dirigenti di alcune imprese. Con l’aggravante che la Germania si trova in una posizione diplomaticamente difficile, stretta fra la tradizionale politica di dialogo verso la Russia – che trova le sue radici nell’Ostpolitik di Willy Brandt – e le crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti per includere anche Nord Stream 2 nel pacchetto di sanzioni economiche contro Mosca. Berlino appare agli occhi degli Usa l’anello debole del blocco occidentale, con il suo governo esitante negli aiuti militari all’Ucraina, tentennante sulle sanzioni, pervicacemente votato alla ricerca di un dialogo e con i suoi interessi commerciali e soprattutto energetici legati a doppio filo con la Russia.
Il peso del mondo imprenditoriale tedesco sulle posizioni del governo è enorme. L’Ost-Auschuss, d’altronde, non fa mistero dei motivi che l’hanno indotto a organizzare l’incontro con Putin. Come riporta il quotidiano finanziario “Handelsblatt”, alla base vi sono le «numerose richieste presentate dalle società tedesche al Comitato a seguito del conflitto in Ucraina»: di fronte alla crescente tensione politica, gli imprenditori sono preoccupati per il rischio di ulteriori sanzioni economiche a Mosca e soprattutto per le sorti del gasdotto Nord Stream 2.
Il presidente del Comitato, Michael Harms, prova a ridimensionare l’allarme, ricordando la consuetudine annuale degli incontri con Putin. Non è ancora dato sapere quali delle grandi imprese saranno presenti al collegamento virtuale: l’unico nome finora trapelato è quello del gruppo della grande distribuzione Metro.
Di Pierluigi Mennitti
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