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Quest’Europa debole e inutile… senza, chi difenderebbe l’Ucraina?

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Dopo il buco nell’acqua in Alaska, è stata la schiena dritta europea a portare Trump a riscoprire l’antica magia della diplomazia

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Quest’Europa debole e inutile… senza, chi difenderebbe l’Ucraina?

Dopo il buco nell’acqua in Alaska, è stata la schiena dritta europea a portare Trump a riscoprire l’antica magia della diplomazia

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Quest’Europa debole e inutile… senza, chi difenderebbe l’Ucraina?

Dopo il buco nell’acqua in Alaska, è stata la schiena dritta europea a portare Trump a riscoprire l’antica magia della diplomazia

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È abbastanza singolare (per non dire molto di più…) la lettura di tanti riguardo il ruolo, il peso e le difficoltà dell’Europa – intesa come Unione europea e Gran Bretagna – nella terribile crisi scatenata dalla Russia con la guerra d’aggressione all’Ucraina.

Nonostante sia del tutto evidente che se non fosse stato per le pressioni europee – ebbene sì proprio i tanto vituperati leader europei a cominciare dai ‘volenterosi’ a cui si è intelligentemente aggiunta con perfetta identità di vedute la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe semplicemente escluso sine die il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky anche dalle ipotesi di trattative di pace.

Il precedente di Trump e Zelensky

Non dovrebbe essere necessario ricordare l’imbarazzante, inqualificabile e sconvolgente trattamento riservato a Zelensky da Trump alla Casa Bianca, il perfetto antipasto di quella che era la sua idea di “pace“ da fare con Vladimir Putin e stop.
E un bel chi se n’è importa dei popoli aggrediti, dei diritti calpestati, eccetera. Che noia.

Dopo il buco nell’acqua in Alaska, uno show in cui Putin ha vinto 6-0 6-0 la sua partita riposizionandosi sullo scacchiere internazionale grazie all’irruenza e alla voglia di “fare la storia” del capo della Casa Bianca, è stata la schiena dritta europea a portare Trump a riscoprire l’antica magia della diplomazia.

Il colloquio di 90 minuti di ieri con gli stessi leader del vecchio continente, preceduti dal lungo faccia a faccia a distanza con il presidente ucraino, ha portato all’annuncio della visita a Washington lunedì prossimo dello stesso Zelensky.

Quest’Europa è tornata centrale?

Alzi la mano chi avrebbe potuto considerare non diciamo scontato, ma almeno possibile questo risultato.
È il frutto di tutto ciò che molti distratti e frettolosi avevano deciso di archiviare con incredibile superficialità: la schiena dritta e la diplomazia.

Abbiamo risolto tutto? L’Europa è tornata centrale e conduce il gioco? Putin è stato messo nell’angolo? L’Ucraina può sperare?
Nulla di tutto questo, se non per ciascun capitolo in piccola parte. Non siamo ingenui e non manchiamo mai di sottolineare le gravi carenze europee. Si pensi all’imbarazzante assenza nello scacchiere mediorientale.

Però siamo qui ancora a sperare almeno in qualcosa di meno umiliante e ributtante del darla vinta allo zar.
L’uomo ossessionato dall’impero, che sul terreno ha raccolto una serie di imbarazzanti figure, ma resta un animale politico senza scrupoli e sempre pronto a sfruttare come pochi le debolezze e le ingenuità altrui.

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