Raid di Israele al centro di Gaza. La condanna di 28 Paesi, tra cui l’Italia
Raid di Israele al centro di Gaza. L’appello indirizzato al governo di Netanyahu, firmato da 28 Paesi tranne che da Usa e Germania
Raid di Israele al centro di Gaza. La condanna di 28 Paesi, tra cui l’Italia
Raid di Israele al centro di Gaza. L’appello indirizzato al governo di Netanyahu, firmato da 28 Paesi tranne che da Usa e Germania
Raid di Israele al centro di Gaza. La condanna di 28 Paesi, tra cui l’Italia
Raid di Israele al centro di Gaza. L’appello indirizzato al governo di Netanyahu, firmato da 28 Paesi tranne che da Usa e Germania
Nelle prime ore di oggi, almeno 12 palestinesi sono rimasti uccisi – e decine sono rimasti feriti – in seguito all’attacco israeliano a Gaza City, nel nord della Striscia. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, l’Idf avrebbe aperto il fuoco sulle tende che ospitavano gli sfollati nel campo di al-Shati. Per ora, non vi è stata alcuna dichiarazione in merito da parte di Israele.
Il direttore generale dell’agenzia sanitaria, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato in un post su X che la residenza del personale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Deir al Balah questa mattina è stata attaccata tre volte.
Proprio a Deir al Balah (luogo divenuto simbolo nei mesi scorsi della “forza” inscenata da Hamas con l’allestimento di un palco per mostrare alla folla gli ostaggi prima del loro rilascio) ieri, è partito l’attacco, dopo l’ordine di sgombero da parte dell’esercito israeliano. Fino a ieri Deir al Balah era una “no fire zone”, un’area da non bombardare per il timore che potesse essere la prigione di qualche ostaggio.
Nello scenario internazionale, si allarga la crepa tra l’Occidente e Israele dopo un appello indirizzato al governo di Netanyahu firmato da 28 Paesi, tranne che da Usa e Germania. “Condanniamo la distribuzione di aiuti con il contagocce e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più basici, quali acqua e cibo”, si legge nel testo. Il rifiuto israeliano di “fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile” così come “lo sfollamento forzato permanente” o l’idea di una “città umanitaria” dove i palestinesi, è stato spiegato da Tel Aviv, potrebbero entrare, ma non uscire se non morti o esuli. A parte Spagna e Irlanda, la posizione più ferma sembra quella britannica. “Israele deve spiegare quale giustificazione militare vi possa essere dietro gli attacchi in cui sono stati uccisi bambini disperati e affamati”, ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy.
Un appello, quello dei 28, che Israele ha definito come “scollegato dalla realtà”, ribadendo che andrebbe indirizzato ad Hamas e non allo Stato ebraico.
Di Claudia Burgio
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