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Russi che aiutano gli Ucraini

Ci sono Russi che aiutano gli Ucraini in fuga dal loro paese, rischiando ritorsioni e perfino il carcere. Sfruttano internet per rimanere anonimi e sfuggire chi cerca di identificarli.
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Russi che aiutano gli Ucraini

Ci sono Russi che aiutano gli Ucraini in fuga dal loro paese, rischiando ritorsioni e perfino il carcere. Sfruttano internet per rimanere anonimi e sfuggire chi cerca di identificarli.
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Russi che aiutano gli Ucraini

Ci sono Russi che aiutano gli Ucraini in fuga dal loro paese, rischiando ritorsioni e perfino il carcere. Sfruttano internet per rimanere anonimi e sfuggire chi cerca di identificarli.
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Ci sono Russi che aiutano gli Ucraini in fuga dal loro paese, rischiando ritorsioni e perfino il carcere. Sfruttano internet per rimanere anonimi e sfuggire chi cerca di identificarli.

Quello che fanno non è illegale, almeno ufficialmente, ma comunque molto rischioso. Ci sono russi che aiutano gli ucraini e per farlo agiscono nell’ombra. Sono volontari contrari alla guerra che assistono i deportati in Russia. Forniscono loro soldi, auto e biglietti per il treno, in molti casi li accompagnano direttamente al confine di Paesi europei, col rischio di essere fermati e interrogati. La meta più gettonata è l’Estonia, dove gli ucraini vengono accolti da associazioni umanitarie e trasferiti nel resto dell’Europa. Ma a molti di quelli che arrivano in Russia – un milione secondo le organizzazioni umanitarie – basterebbe superare un qualsiasi confine.

Arrivano dalle città occupate dagli invasori. Soltanto pochi rimangono in Ucraina, gli altri passano attraverso i “centri di filtraggio” russi, dove mostrano i documenti e vengono sottoposti a interrogatori in attesa di essere mandati altrove, a volte a migliaia di chilometri dal loro paese natale. Alcuni vi arrivano volontariamente, spinti dalla paura della guerra; per molti altri non esiste alternativa, se non le bombe. Da lì, ufficialmente, sono liberi di andare ovunque, ma il più delle volte arrivano senza soldi e documenti, senza sapere dove andare, con l’orrore dei razzi ancora nelle orecchie. Disorientati, come se si trovassero in un eterno labirinto.

Qui entrano in gioco loro: volontari russi disposti a subire ritorsioni pur di aiutarli. Offrono supporto e informazioni, organizzano gli spostamenti con treni e bus e talvolta mettono a disposizione posti letto per chi attraversa Mosca o San Pietroburgo verso Ovest. Si muovono con molta cautela, tanto che, intervistati dal “Financial Times”, non hanno voluto rivelare nessun dato che possa aiutare a identificarli. «Nella Russia di oggi non puoi sapere quale sarà la prossima stretta repressiva» ha spiegato uno di loro. Per limitare al minimo i rischi operano solo attraverso il passaparola e le chat di Telegram: in pochi sanno i loro nomi e i numeri di telefono passano di persona in persona. Hanno già aiutato migliaia di deportati ucraini a lasciare la Russia verso l’Occidente e si dicono disposti a farlo ancora.

In Russia non c’è una legge che vieta alle persone di aiutare gli ucraini, ma allo stesso tempo il Cremlino ha punito con la prigione chi ha protestato contro la guerra. Il pericolo di eventuali ritorsioni è concreto, ma nonostante tutto ci sono ancora russi disposti a soccorrere le vittime del Paese che hanno invaso.

di Giacomo Chiuchiolo 

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