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Proteste e scontri in Georgia dopo la sospensione dei colloqui di adesione all’Ue

A Tbilisi lo scontro tra il sempre più filo-russo governo del partito “Sogno Georgiano” e l’opposizione filo-europeista si fa sempre duro. 224 persone sono state arrestate

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Proteste e scontri in Georgia dopo la sospensione dei colloqui di adesione all’Ue

A Tbilisi lo scontro tra il sempre più filo-russo governo del partito “Sogno Georgiano” e l’opposizione filo-europeista si fa sempre duro. 224 persone sono state arrestate

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Proteste e scontri in Georgia dopo la sospensione dei colloqui di adesione all’Ue

A Tbilisi lo scontro tra il sempre più filo-russo governo del partito “Sogno Georgiano” e l’opposizione filo-europeista si fa sempre duro. 224 persone sono state arrestate

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A Tbilisi lo scontro tra il sempre più filo-russo governo del partito “Sogno Georgiano” e l’opposizione filo-europeista si fa sempre duro. 224 persone sono state arrestate

Mosca – A Tbilisi, lo scontro tra il sempre più filo-russo governo del partito “Sogno Georgiano” e l’opposizione filo-europeista si fa sempre duro. Un totale di 224 persone sono state arrestate a Tbilisi durante i primi quattro giorni di proteste, ha dichiarato il Ministero degli Interni georgiano.

Le manifestazioni sono iniziate la sera del 28 novembre, dopo che il primo ministro Irakli Kobakhidze aveva dichiarato che il Paese avrebbe abbandonato i negoziati di adesione all’UE entro la fine del 2028 rimandandola al 2030.

Fin dalla prima notte, la polizia ha disperso i manifestanti con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. In risposta, i dimostranti hanno iniziato a erigere barricate e a lanciare fuochi d’artificio e razzi sull’edificio del Parlamento in via Rustaveli. “Ma non sono state usate bottiglie molotov come sta sostenendo il governo per criminalizzare la rivolta” afferma Vaslily un giovane russo in esilio che siamo riusciti a contattare telefonicamente.

Due manifestanti sono accusati di aver aggredito agenti di polizia e di aver provocato incendi dolosi con incendi dolosi. La pena prevista per queste accuse è fino a sette anni di carcere.

Il Ministero dell’Interno ha dichiarato che i manifestanti, nonostante gli avvertimenti della polizia, “hanno ripetutamente commesso azioni provocatorie” e danneggiato l’edificio del Parlamento.

“Ormai ogni sera, al calare del buio e dopo la fine della giornata lavorativa e studio, ci ritroviamo in piazza senza neppure passare da casa e ci restiamo fino alle prime ore dell’alba” sostiene ancora Vasily.

Gli osservatori riferiscono di azioni sempre più violente da parte delle forze di sicurezza. I canali dell’opposizione hanno riferito di pestaggi di detenuti mentre quelli filogovernativi parlano di decine di feriti tra le forze dell’ordine.

Il “Sogno georgiano” dopo aver spento le proteste dopo la legge sugli” agenti stranieri” e la “propaganda LGBT” vuole incanalare il Paese verso un “patto d’acciaio” con Putin mentre i manifestanti chiedono nuove elezioni parlamentari. Questa rivendicazione è stata rilanciata è stata ripresa nel fine settimana dal presidente in carica Salome Zurabishvili, che ha preso parte alle proteste della prima notte per poi di barricarsi nell’ufficio presidenziale. Il primo ministro Irakli Kobakhidze per tutta risposta le ha chiesto di fare al più presto le valigie, visto che il suo mandato scadrà il 16 dicembre.

Le prossime due settimane potrebbero essere decisive per il futuro della democrazia georgiana e della sua collocazione geopolitica. I manifestanti non sono riusciti a costituire una leadership unitaria e a creare dei presidi permanenti sul modello delle tendopoli dell’Euromaidan del 2013 a Kiev. D’altra parte, però le proteste non si svolgono solo nella capitale,si sono allargate anche a Batumi e ad altri importanti centri del Paese e possono contare sul sostegno delle imprese internazionalizzate come “Bank of Georgia” e “TBC”, dei principali operatori di telecomunicazioni “Magti” e “Silknet”, il rivenditore di auto Tegeta e l’immobiliarista ORBI Group.

Il primo passaggio importante sarà il 14 dicembre, quando il Parlamento dovrà eleggere il nuovo Presidente. Il candidato del “Sogno georgiano” al posto della presidente in carica propone l’ex calciatore Mikhail Kavelashvili, ex deputato del partito conservatore “Georgia Forte”.

“La Georgia sta scegliendo tra il destino dell’Ucraina e quello della Bielorussia. Il partito al potere ha sfruttato con successo la paura dei georgiani di una nuova guerra prima delle elezioni, ma questa volta il Sogno georgiano rischia troppo: la perdita della prospettiva europea può davvero unire il popolo” ritiene Vasily che per ora ha deciso di restare qui e non trasferirsi in Portogallo come hanno fatto alcuni suoi conoscenti.

La grande incognita è la reazione della Russia, per la quale la fedele Georgia rimane uno dei pochi corridoi di importazione parallela dei beni sotto sanzioni. E già a qualcuno la mente corre a Budapest 1956 o alla Polonia del 1981…

di Yurii Colombo

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