Siamo arrivati a questo?
Sull’abbandono dei migranti in mare da parte della Grecia, evidente nel video esclusivo del New York Times, ancora nessuna smentita. Nessuna spiegazione
| Esteri
Siamo arrivati a questo?
Sull’abbandono dei migranti in mare da parte della Grecia, evidente nel video esclusivo del New York Times, ancora nessuna smentita. Nessuna spiegazione
| Esteri
Siamo arrivati a questo?
Sull’abbandono dei migranti in mare da parte della Grecia, evidente nel video esclusivo del New York Times, ancora nessuna smentita. Nessuna spiegazione
| Esteri
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Sull’abbandono dei migranti in mare da parte della Grecia, evidente nel video esclusivo del New York Times, ancora nessuna smentita. Nessuna spiegazione
Ci siamo ormai abituati a tutto, a volte mostriamo come trofei l’indifferenza e il cinismo davanti alle immagini più scioccanti, brutali, impensabili. Faremo così anche questa volta?
Lo dobbiamo al New York Times aver svelato quello che è successo ad aprile nel Mar Egeo ad un gruppo di 12 migranti somali, eritrei ed etiopi intercettati dalla guardia costiera greca nei pressi dell’isola di Lesbo e incredibilmente “riaffidati“ al mare a bordo di un gommone. Compreso un bambino di pochi mesi.
Lo ripeto, lo scrivo ancora una volta, perché si vede nel video diffuso dal più importante quotidiano al mondo (quello che aveva già svelato i massacri russi a Bucha, mentre le anime belle dei pacifisti nostrani dicevano che era tutta una palla): c’è anche un bambino di sei mesi con la mamma fra chi è stato spinto su quel gommone e lasciato andare alla deriva da uomini della guardia costiera greca.
I 12 sono stati recuperati dalla guardia costiera turca e sono sopravvissuti in qualche modo e per pura buona sorte. Il video è stato pubblicato dal New York Times dopo averne scrupolosamente verificato l’autenticità ed essere riuscito a parlare con 11 dei 12 sopravvissuti. Ora è lì davanti agli occhi di noi tutti e l’abbiamo pubblicato ieri su La Ragione. Aspettiamo uno straccio di smentita, una spiegazione, qualcosa che posso evitare di dover guardare in un buco nero come la pece, ma non è arrivato nulla. Forse per la banale ragione che non c’è nulla da smentire e che le durissime politiche contro i migranti illegali del probabile vincitore delle elezioni greche di oggi Kyriakos Mitsotakis si spingono anche a questo.
Non in modo esplicito, è chiaro, ma attraverso quel tam tam di non detti, quell’aria ributtante che si forma spontaneamente quando si perde di vista ogni barlume di umanità. Allora ci aspettiamo un chiarimento, una presa di posizione dell’Unione europea, magari dei francesi così pronti a bacchettarci in materia anche di recente (nella lontanissima Hiroshima, intanto, Macron e Meloni hanno fatto la pace almeno un po’ anche sul tema dei migranti).
Il New York Times ha mostrato il filmato a funzionari della Commissione europea: possiamo immaginare l’imbarazzo e forse un po’ di terrore per la bomba mediatica, ma per ora si è espressa solo una generica “preoccupazione”. La portavoce della Commissione Ue sulle migrazioni Anitta Hipper ha laconicamente aggiunto che la Grecia “deve rispettare in pieno i suoi obblighi Ue e le leggi internazionali e garantire l’accesso alle procedure per l’asilo”. Però, roba seria.
Oggi, intanto, ad Atene si vota e nessuno vuole essere accusato di aver provato a influire sulle lezioni. Pensiamo a quel bambino affidato a un gommone e alle onde, nei pressi dell’isola che in tempi lontani vide sbocciare una delle prime potesse della storia e ci vergogniamo profondamente. Anche di questo silenzio assordante.
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