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Siria

Siria, Caos e opportunità

Come spiegavamo ieri, la liquefazione del criminale regime di Bashar al-Assad in Siria si può comprendere solo attraverso la crisi dei suoi storici sponsor

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Siria, Caos e opportunità

Come spiegavamo ieri, la liquefazione del criminale regime di Bashar al-Assad in Siria si può comprendere solo attraverso la crisi dei suoi storici sponsor

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Siria, Caos e opportunità

Come spiegavamo ieri, la liquefazione del criminale regime di Bashar al-Assad in Siria si può comprendere solo attraverso la crisi dei suoi storici sponsor

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Come spiegavamo ieri, la liquefazione del criminale regime di Bashar al-Assad in Siria si può comprendere solo attraverso la crisi dei suoi storici sponsor

Come spiegavamo ieri su questo giornale, la liquefazione del criminale regime di Bashar al-Assad si può comprendere solo attraverso la crisi dei suoi storici sponsor. In particolare, il default di Iran ed Hezbollah è stato causato dal martellamento militare israeliano. Un predominio che ha posto le condizioni per rimodellare (potenzialmente in modo duraturo) gli equilibri dell’area. Ne è riprova la decisione di Netanyahu di spazzar via ieri l’80% della forza militare siriana nei raid condotti da 350 bombardieri con la stella di David.

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver condotto circa 480 attacchi aerei nelle ultime 48 ore contro obiettivi militari strategici in Siria. “Nelle ultime 48 ore, l’Idf ha colpito la maggior parte delle riserve di armi strategiche in Siria, impedendo che cadessero nelle mani di elementi terroristici”, ha affermato l’esercito in una nota, aggiungendo che tra gli obiettivi c’erano 15 navi militari, batterie antiaeree e siti di produzione di armi in diverse città.

Pensare però che la sola schiacciante superiorità in armi di Tel Aviv – che i regimi sunniti non si sognano di contestare per sfruttarne i dividendi – possa costituire la risposta al caos siriano significa consegnarsi a un rischio elevatissimo. Serve la politica e si dovrà necessariamente passare dagli Usa di Donald Trump.

Resta, non per inguaribile ottimismo ma banale interesse, la finestra d’opportunità che l’Europa dovrebbe saper cogliere. Vi dovesse rinunciare per ignavia e bassi calcoli, ne pagherebbe conseguenze pratiche e politiche.

di Fulvio Giuliani

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