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Siria, oggi Consiglio di sicurezza Onu. L’esercito israeliano arriva al confine

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L’esercito israeliano conferma l’arrivo delle truppe in Siria. Il commento di Biden e il messaggio di Trump per Vladimir Putin: “Non c’è mai stato un grande vantaggio in Siria per la Russia”

Siria Trump

Siria, oggi Consiglio di sicurezza Onu. L’esercito israeliano arriva al confine

L’esercito israeliano conferma l’arrivo delle truppe in Siria. Il commento di Biden e il messaggio di Trump per Vladimir Putin: “Non c’è mai stato un grande vantaggio in Siria per la Russia”

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Siria, oggi Consiglio di sicurezza Onu. L’esercito israeliano arriva al confine

L’esercito israeliano conferma l’arrivo delle truppe in Siria. Il commento di Biden e il messaggio di Trump per Vladimir Putin: “Non c’è mai stato un grande vantaggio in Siria per la Russia”

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Si terrà oggi alle ore 15 locali (le 21 in Italia) il Consiglio di sicurezza dell’Onu, convocato in una riunione straordinaria per discutere della questione in Siria.

L’esercito israeliano (Idf) ha confermato questa mattina l’entrata delle truppe nel territorio siriano, pubblicando su Telegram alcune immagini che ritraggono i soldati durante l’operazione nella regione siriana dell’Hermon. Sabato scorso, durante una visita al confine con la Siria, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi aveva affermato: “L’esercito sta monitorando le forze ribelli per assicurarsi che non si dirigano nella nostra direzione”. Tanto che ora il New York Times ha diffuso la notizia dell’attraversamento dell’esercito israeliano nella zona demilitarizzata al confine tra Israele e Siria. L’ultima volta era successo durante la guerra dello Yom Kippur nell’ottobre del 1973. Secondo le due fonti israeliane, citate dal quotidiano americano, le forze israeliane controllano ora la cima del Monte Hermon (sul lato siriano del confine) e diverse altre località ritenute essenziali per stabilizzare il controllo dell’area.

“Stiamo seguendo molto da vicino ciò che sta accadendo per assicurarci che non si confondano e non si dirigano nella nostra direzione”, ha dichiarato Halevi, promettendo che in caso di minaccia ci sarebbe una “risposta difensiva molto, molto forte”.

Intanto, arriva puntuale anche il commento del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: “Siamo consapevoli del fatto che l’Isis cercherà di approfittare di qualsiasi vuoto per ristabilire le proprie capacità (in Siria, ndr)…: non lo permetteremo”. Stando a quando riferito dal Pentagono, solo ieri sono stati effettuati raid aerei contro “oltre 75 obiettivi” legati al cosiddetto Stato islamico nel Paese.

A colpire è soprattutto il commento di Donald Trump, prossimo all’insediamento alla Casa Bianca, che traccia una linea di confine inequivocabile, inviando un messaggio chiaro anche al presidente russo, Vladimir Putin: “La Russia, poiché è così impegnata in Ucraina, e con la perdita di oltre 600.000 soldati, sembra incapace di fermare questa marcia attraverso la Siria, un paese che ha protetto per anni. È qui che l’ex presidente Obama si è rifiutato di onorare il suo impegno di proteggere la linea rossa […] ed è scoppiato l’inferno con la Russia che è intervenuta – scrive con un lungo commento su X – Ora (i russi) sono costretti ad andarsene, come lo stesso Assad, e potrebbe essere in realtà la cosa migliore che possa capitare loro”. Secondo Trump, infatti, “non c’è mai stato un grande vantaggio in Siria per la Russia”. Sul possibile intervento Usa, poi aggiunge (in maiuscolo): “Gli Stati Uniti non dovrebbero avere nulla a che fare con la Siria. Questa non è la nostra lotta. Non fatevi coinvolgere”.


Di Claudia Burgio

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