Sottomarini al femminile
La Marina americana lancia un sommergibile per la parità di genere: “Uss New Jersey”, il primo sottomarino americano progettato per consentire una totale parità di genere a bordo
Sottomarini al femminile
La Marina americana lancia un sommergibile per la parità di genere: “Uss New Jersey”, il primo sottomarino americano progettato per consentire una totale parità di genere a bordo
Sottomarini al femminile
La Marina americana lancia un sommergibile per la parità di genere: “Uss New Jersey”, il primo sottomarino americano progettato per consentire una totale parità di genere a bordo
La Marina americana lancia un sommergibile per la parità di genere: “Uss New Jersey”, il primo sottomarino americano progettato per consentire una totale parità di genere a bordo
Gli abissi sono sempre più femminili, anche nella guerra subacquea. Sabato scorso la Marina americana ha accettato in servizio un nuovo sottomarino da attacco a propulsione nucleare, lo “Uss New Jersey”. Di per sé non sarebbe una notizia: della stessa classe, la Virginia, sono già operativi altri 23 battelli. Ma in questo caso siamo davanti a uno snodo fondamentale nell’evoluzione del panorama Difesa: si tratta del primo sottomarino americano progettato per consentire una totale parità di genere a bordo. Facciamo un passo indietro. Le donne fanno la loro prima comparsa nella US Navy già durante la Guerra civile (1861-65), ma fino agli anni Settanta sono quasi tutte infermiere. Poi, grazie a una sentenza di un tribunale del Distretto di Columbia, viene riconosciuto il diritto femminile a servire in ogni branca della Marina. Qualche limite rimane: ad esempio non c’è possibilità di accesso alle forze speciali – i Navy Seal – perché l’addestramento, già durissimo per gli uomini più prestanti, viene considerato insuperabile per le donne. L’altro divieto rimasto è quello di imbarcarsi sui sottomarini. Qui il discorso, nonostante sterili polemiche portate avanti negli anni Duemila, è meramente logistico. Chiunque sia salito su un sommergibile sa che si tratta di unità piccole e claustrofobiche, affollate di sistemi e macchinari. Gli spazi personali, tra cui cuccette e bagni, sono ridotti al minimo e mancano di privacy. Secondo Washington, imbarcare le donne avrebbe significato dover creare quartieri per la notte e servizi igienici doppi, oppure imporre una promiscuità totale e non sempre accettata dai singoli.
La svolta arriva nel 2010. Con l’avanzare delle tecnologie i sottomarini americani diventano più comodi e le loro dimensioni non esattamente ridotte consentono qualche spazio di manovra. Un primo gruppo di 24 donne si imbarca sui sommergibili più grandi, quelli lanciamissili della classe Ohio. Di lì a pochi anni gli organici femminili crescono, con qualche disagio dato dalla ristrutturazione interna delle unità. Si arriva così allo “Uss New Jersey”, che viene progettato sin dal principio per accomodare un equipaggio misto, con servizi igienici e cuccette unisex ma con maggiore attenzione alla privacy e sistemi di manutenzione adeguati per consentire anche a personale con forza fisica e altezza ridotta di operare senza difficoltà. Il battello è già stato soprannominato “Jersey Girl”. Se la US Navy può permettersi ampi restyling dei suoi grandi sottomarini, in altri Paesi la parità di genere è affrontata soprattutto con la professionalità. In Italia, ad esempio, le prime sommergibiliste arrivano nel 2016, dopo l’apertura del servizio militare nel 1999. I battelli nostrani non consentono allestimenti all’americana: sui moderni classe Todaro ci sono in media 25-30 persone, ma le cuccette a disposizione sono appena una dozzina (si usa il sistema di rotazione ‘branda calda’). Per l’igiene ci sono una sola doccia, spesso occupata dall’unica lavatrice, e due wc. Eppure le nostre sommergibiliste continuano il loro servizio con abnegazione, senza un lamento per quelli che negli Stati Uniti sarebbero visti come ostacoli all’operatività. Diverso spirito di adattamento? Forse. Di certo, se nel 2019 una prima americana superò il test da Seal ma scelse di lasciare per un altro incarico, in Italia nel 2022 una ragazza ha passato le selezioni del Gruppo operativo subacquei (Gos), corpo speciale della Marina, e vi è rimasta con grande orgoglio.
Di Umberto Cascone
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