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Su Flotilla, non solo polemiche e liti

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Su Flotilla, non solo polemiche e liti. In questo periodo complicato, ieri abbiamo saputo scrivere una pagina di democrazia

Su Flotilla, non solo polemiche e liti

Su Flotilla, non solo polemiche e liti. In questo periodo complicato, ieri abbiamo saputo scrivere una pagina di democrazia

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Su Flotilla, non solo polemiche e liti

Su Flotilla, non solo polemiche e liti. In questo periodo complicato, ieri abbiamo saputo scrivere una pagina di democrazia

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Ieri abbiamo commentato quanto accaduto sui cieli della Flotilla, raggiunta da droni che avrebbero scaricato sulle imbarcazioni dirette alla Striscia di Gaza flash bomb e bombe urticanti.

Un bruttissimo episodio di intimidazione, quale ne sia l’origine e la “firma“, sulla quale lo stesso nostro ministero degli Esteri non ha mostrato di avere molti dubbi inviando una dura nota di protesta al governo israeliano.

Una nota cui è seguita nel giro di poche ore la decisione di inviare nella zona dove incrociano le 51 imbarcazioni della Flotilla, la nostra fregata multiruolo “Fasan”.

La misura è stata presa dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Avvertito nella notte fra ieri e l’altro ieri di quanto accaduto e condivisa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La stessa che ha avuto parole molto dure nei confronti della decisione – ha detto – “di andarsi a ficcare in una zona di guerra pur di sfruttare Gaza per criticare il governo”.

Il che non impedisce – anzi – di inviare la fregata, decisione sacrosanta ed esattamente quella che si aspettava chiunque abbia a cuore un sistema democratico come il nostro e abbia fiducia nelle istituzioni. Prima di ogni altra cosa, la sicurezza dei concittadini, messi a rischio da queste operazioni aggressive. Dopo, ma solo dopo, può venire tutto il resto. A cominciare dalla consapevolezza che fra chi si è imbarcato su una di quelle 51 imbarcazioni non ci sia niente e nessuno di meno popolare dell’attuale governo della Repubblica, della presidente del consiglio.

Una distanza politica, ideologica e persino antropologica ampiamente ricambiata dall’altra parte.

Questo non conta nulla davanti alla situazione di rischio oggettivo. In un secondo momento o in altri frangenti, si può criticare, si possono sottolineare le incongruenze ed esagerazioni.
In questo periodo complicato e spesso amaro – nostra modesta opinione – ieri abbiamo saputo scrivere una pagina di democrazia.

Di Fulvio Giuliani

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