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Telefonata Trump-Putin senza squilli, piccola tregua e aria di delusione

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La telefonata fra Trump e Putin ha generato l’indiscutibile risultato della tregua di un mese negli attacchi di Mosca alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Ma almeno per il momento Trump non ha potuto annunciare la fine della guerra e neppure qualcosa di simile

Telefonata Trump-Putin senza squilli, piccola tregua e aria di delusione

La telefonata fra Trump e Putin ha generato l’indiscutibile risultato della tregua di un mese negli attacchi di Mosca alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Ma almeno per il momento Trump non ha potuto annunciare la fine della guerra e neppure qualcosa di simile

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Telefonata Trump-Putin senza squilli, piccola tregua e aria di delusione

La telefonata fra Trump e Putin ha generato l’indiscutibile risultato della tregua di un mese negli attacchi di Mosca alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Ma almeno per il momento Trump non ha potuto annunciare la fine della guerra e neppure qualcosa di simile

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Diciamo la verità: è tutto sospeso, tutto in divenire, tutto aggrappato a una serie pressoché infinita di “se”, “ma”, “chissà”.

La telefonata fra Trump e Putin ha generato l’indiscutibile risultato della tregua di un mese negli attacchi di Mosca alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Sempre che l’Ucraina accetti la medesima tregua a parti invertite. E anche un sempre positivo scambio di prigionieri in numero perfettamente uguale fra le parti, ma nulla più.

Utilissimo che ancora una volta le richieste di Putin siano state manifestate worldwide e che nessuno possa far finta di non averle lette o ascoltate. Sospensione di ogni aiuto militare a Kiev, sospensione di ogni sostegno di intelligence Usa e creazione di un gruppo di lavoro esclusivamente russo e americano. Con il Paese aggredito tenuto ostentatamente fuori dalla porta.

Altrettanto significativo che per ora Donald Trump non abbia commentato direttamente, se non con una dichiarazione poco più che neutra in un’intervista. Affidando una reazione tutto sommato scarna a un comunicato della Casa Bianca.

Non deve essere piaciuto molto al Presidente degli Stati Uniti l’esito della telefonata fiume, se ci si è premurati di far sapere di aver discusso – oltre che di Ucraina – anche di Medioriente e Iran. Questo è un particolare interessante. In diplomazia – quando non si arriva a un punto reale di accordo o equilibrio sul principale punto in agenda – si passa a quelli successivi. In modo particolare se non si ha alcuna intenzione di rompere o stressare troppo la controparte.

La partita resta estremamente delicata e complessa. Qualche risultato lo si è raggiunto, ma almeno per il momento Trump non ha potuto annunciare la fine della guerra e neppure qualcosa di simile. Questa mattina appare un po’ troppo ottimistico quanto riferito da fonti vicine allo Studio Ovale nei giorni scorsi, con la retorica delle “ultime miglia“ nelle trattative con la Russia. Il Presidente, oltretutto, non ha dato la sensazione di voler concedere a Putin proprio tutto ciò che lo zar vorrebbe. Possiamo sbagliare, come sempre con Trump.

Si resta fra coloro che son sospesi, senza dimenticare che pochi minuti dopo la fine della telefonata sono suonate le sirene dell’allarme aereo a Kiev. Perché magari saranno interrotti i raid contro le centrali elettriche, ma di obiettivi da colpire ne restano tantissimi. Soprattutto, per ora, la guerra tragicamente continua.

Di Fulvio Giuliani

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