Transnistria al buio
La Transnistria, l’enclave filo-russa della Moldavia, l’ultimo Paese al mondo sulla cui bandiera è ricamata la falce e martello con la stella, dal 1° gennaio è rimasta senza elettricità
Transnistria al buio
La Transnistria, l’enclave filo-russa della Moldavia, l’ultimo Paese al mondo sulla cui bandiera è ricamata la falce e martello con la stella, dal 1° gennaio è rimasta senza elettricità
Transnistria al buio
La Transnistria, l’enclave filo-russa della Moldavia, l’ultimo Paese al mondo sulla cui bandiera è ricamata la falce e martello con la stella, dal 1° gennaio è rimasta senza elettricità
La Transnistria, l’enclave filo-russa della Moldavia, l’ultimo Paese al mondo sulla cui bandiera è ricamata la falce e martello con la stella, dal 1° gennaio è rimasta senza elettricità
Mosca. La Transnistria, l’enclave filo-russa della Moldavia, l’ultimo Paese al mondo sulla cui bandiera è ricamata la falce e martello con la stella, dal 1° gennaio è rimasta senza elettricità, riscaldamento ed acqua calda. Completamente al buio sono ora 75.000 famiglie mentre altre 116.000 ricevono quote ridotte di energia.
Secondo Marina, una conoscente di Tiraspol (la capitale della Transnistria) che abbiamo contattato telefonicamente, alcuni negozi della città avevano già aperto il primo giorno dell’anno e la gente stava approvvigionandosi di coperte e plaid. Inoltre, afferma la nostra interlocutrice, stanno andando a ruba (e spesso a prezzi maggiorati) tutti i prodotti che non necessitano di cottura: biscotti, pan di zenzero, formaggi e simili.
Le autorità hanno chiesto alle famiglie di concentrarsi in un’unica stanza e di avvolgersi nelle coperte più calde mentre per i bambini le giornate saranno trascorse nelle stanze dismesse degli ospedali dove il riscaldamento e la luce vengono garantiti da generatori d’emergenza. Per ora non riprenderanno l’attività scolastica in 130 delle 150 scuole della regione, in attesa di trovare una soluzione concreta. Per un Paese dove il reddito medio è di 2.000 dollari all’anno, il 2025 non poteva iniziare peggio.
Ma come si è arrivati a questa drammatica situazione? L’accordo di transito del gas tra Naftogaz Ukrainy e la russa Gazprom, come è noto, è scaduto il 31 dicembre 2024, e Kiev ha annunciato in anticipo che non lo avrebbe prorogato. In questo contesto, a metà dicembre, le autorità moldave avevano introdotto stato di emergenza nel settore energetico del Paese.
La decisione di Kiev ha creato alcuni problemi nella fornitura di gas anche a Paesi la Slovacchia, l’Ungheria e altri, ma esistono ancora opzioni di approvvigionamento alternative. Tuttavia, nel caso della Moldavia, è stata la Russia stessa, per ritorsione politica, ha deciso di interrompere completamente le forniture.
Il 28 ottobre, la Gazprom ha inviato un avviso alla società di gas moldava Moldovagaz, informando che, a causa del mancato rispetto degli obblighi di pagamento, le forniture di gas naturale alla Repubblica di Moldova sarebbero state completamente interrotte.
Secondo i calcoli della Federazione Russa, il debito della Moldavia per il gas ammonta a 709 milioni di dollari ma la Moldova riconosce il debito di soli 8,6 milioni di dollari. Si tratta di cifre su cui, in altri periodi, si sarebbe potuto trovare una quadra: ma non adesso quando Putin vuole esercitare la massima pressione sull’Europa Orientale con una vera e propria guerra del gas.
Lo stesso giorno, il capo di Moldovagaz, Vadim Ceban, ha avvertito che questa mossa avrebbe colpito in primo luogo la Transnistria, poiché la sua società ha acquistato sui mercati europei gas sufficiente per la “Moldova delle regioni occidentali” (il territorio governato da Chisinau) fino ad aprile 2025.
La situazione quindi non è facile neppure per la Moldavia che dovrà provvedere nel futuro a razionamenti dell’energia e anche ad aumenti delle bollette che spingeranno le forze politiche filo-russe a soffiare sul fuoco della protesta.
Tuttavia questo tipo di attacchi rischiano di trasformarsi in un boomerang: la Transnistria scissasi con l’aiuto di Mosca dalla Moldavia nel 1990 per rivendere i fasti del socialismo reale, è stata nel momento del bisogno abbandonata da Mosca. Un po’ come la Cuba degli ultimi anni dove da quando non arriva più petrolio gratis dalla Russia, si è piombati in una sorta di nuovo Medioevo.
Tre anni fa quando iniziò la guerra in Ucraina, l’ex Presidente russo, Dmitry Medvedev promise agli occidentali anni di freddo e di broncopolmoniti. Ora sono stati prima di tutti i loro compagni della Transnistria ad essere rimasti al gelo. Nemesi, verrebbe da sogghignare se non fossero tanti anziani e bambini a soffrire per le folli avventure del Cremlino
di Yurii Colombo
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Tag: esteri
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