Netanyahu: «Tregua a Gaza temporanea, pronti a riprendere la guerra con il supporto americano». Ben Gvir e i suoi lasciano il governo
Tregua ancora in bilico: Netanyahu accusa Hamas di non aver comunicato i nomi degli ostaggi da liberare. E l’estrema destra lascia il governo
Netanyahu: «Tregua a Gaza temporanea, pronti a riprendere la guerra con il supporto americano». Ben Gvir e i suoi lasciano il governo
Tregua ancora in bilico: Netanyahu accusa Hamas di non aver comunicato i nomi degli ostaggi da liberare. E l’estrema destra lascia il governo
Netanyahu: «Tregua a Gaza temporanea, pronti a riprendere la guerra con il supporto americano». Ben Gvir e i suoi lasciano il governo
Tregua ancora in bilico: Netanyahu accusa Hamas di non aver comunicato i nomi degli ostaggi da liberare. E l’estrema destra lascia il governo
Tregua ancora in bilico: Netanyahu accusa Hamas di non aver comunicato i nomi degli ostaggi da liberare. E l’estrema destra lascia il governo
ORE 20 – Davanti alle telecamere per la prima volta dalla chiusura dell’accordo, Netanyahu ha toni tutt’altro che pacifici. «Il cessate il fuoco approvato è temporaneo. Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra. Il principio è che dobbiamo mantenere la capacità di tornare indietro e se necessario combattere per molti mesi». Per permettere la capacità di risposta, specifica il premier, «Trump farà in modo di darci tutte le armi e le munizioni necessarie, perché se non riusciamo a raggiungere questo obiettivo adesso, lo faremo con tremenda forza più avanti».
Poi ha rivendicato i grandi risultati ottenuti sul fronte estero e umanitario. «Abbiamo cambiato il volto dell’intero Medio Oriente», dice riferendosi alla sconfitta dell’asse a guida iraniana. E sugli ostaggi aggiunge: «Siamo riusciti a raddoppiare il numero dei vivi che torneranno a casa nella prima fase». Ma la tregua resta profondamente armata. Confermata la presenza militare dell’Idf nel corridoio “Philadelphia”. Anzi, secondo Netanyahu, il numero di uomini e mezzi aumenterà durante i 42 giorni di tregua per garantire che questa si svolga senza alcun intoppo.
Immediata la protesta delle famiglie dei rapiti, che da un anno e mezzo chiedono il rientro dei parenti. A Gerusalemme migliaia di manifestanti sono scesi in strada, sventolando le immagini di tutti i prigionieri di Hamas che, in questa prima fase del cessate il fuoco, non saranno rilasciati. Quasi a voler dire al premier e ai suoi sodali che questa volta la pace deve arrivare per durare.
ORE 19 – Alla fine le annunciate dimissioni sono arrivate. Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito messianico di estrema destra “Otzma Yehudit”, ha confermato che lascerà il governo israeliano in concomitanza dell’entrata in vigore della tregua, previsto per domani alle 8:30. Con lui se ne vanno anche altri due ministri e i presidenti di due comitati della Knesset (il parlamento israeliano). «L’accordo con i terroristi di Hamas – ha fatto sapere Ben Gvir – è scandaloso».
Resta bene incollato alla sua poltrona, invece, l’altro ministro di estrema destra profondamente insoddisfatto dall’accordo, Bezalel Smotrich. «Sono risolutamente contrario all’accordo sugli ostaggi«, ha detto. Ma, a differenza di Ben Gvir, sarebbe rimasto soddisfatto dalle successive decisioni di Netanyahu: «Il governo si è impegnato a cambiare completamente il metodo di guerra per arrivare alla graduale presa del controllo dell’intera Striscia di Gaza». Sarebbe la prima conferma ufficiale della volontà israeliana di riprendere i combattimenti dopo i 42 giorni di tregua.
Intanto si accendono scintille sugli ostaggi, segno che la tregua è ancora lontana dall’essere garantita. Hamas ha fatto sapere che 25 dei 33 prigionieri che rilascerà sono ancora in vita. E che il primo scambio dovrebbe avvenire domani alle 16, e interesserà tre donne. Ma Netanyahu, annunciando un intervento pubblico per le 20.30 circa (le 19:30 italiane), ha attaccato i miliziani. L’accordo, infatti, prevede che Hamas comunichi i nomi degli ostaggi 24 ore prima del rilascio. Cosa che, stando a quanto afferma il premier, non avrebbe ancora fatto. «Non proseguiremo con il piano finché non riceveremo l’elenco degli ostaggi che saranno liberati, come concordato – ha fatto sapere Tel Aviv in una nota – Israele non tollererà violazioni dell’accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas».
Di Umberto Cascone
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